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Sanità: l’on. Ciancitto ci comunica l’intervento del governo, impiegati 550 mln in più per sostenere tariffe.

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FRANCESCO CIANCITTO

Come risulta dalla relazione tecnica che accompagna il provvedimento in questione, il nuovo tariffario impiega circa 550 milioni di euro in più rispetto alle risorse che sostenevano le precedenti tariffe. Pertanto, appare evidente che, nel loro complesso, le nuove tariffe risultano in generale più remunerative”. Lo ha detto il ministro ai Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo al question time alla Camera. Ciriani ha voluto così dare “chiarimenti in merito al decreto del ministro della salute, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze, 26 novembre 2024, con il quale sono state determinate le tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica”. “Rispetto al decreto ministeriale del 23 giugno 2023 – mai entrato in vigore per consentire una valutazione più ampia della revisione delle tariffe – che già impiegava maggiori risorse per 402 milioni di euro, il nuovo decreto prevede un incremento del finanziamento di oltre 121,9 milioni di euro per le visite specialistiche e di oltre 56,7 milioni di euro per le terapie, nonché di oltre 270 milioni di euro per le prestazioni di laboratorio”, ha precisato. Occorre, poi, precisare che sotto l’aspetto metodologico, il lavoro condotto fin dal 2017 si è basato sui dati di costo per prestazioni, raccolti da un campione rappresentativo di strutture. Tale analisi è stata integrata, come normativamente previsto, anche con il confronto dei valori tariffari precedentemente definiti con i corrispondenti valori tariffari regionali. Ogni passaggio amministrativo e metodologico è stato, quindi, svolto in coerenza con la normativa nazionale vigente – ha spiegato Ciriani -. In questo contesto, devo anche ricordare la previsione introdotta dalla legge di bilancio 2025 circa la possibilità concessa a tutte le regioni di fissare tariffe anche superiori a quelle nazionali a patto che le stesse regioni abbiano congrue risorse per garantire la conseguente spesa”.