Come noto ai nostri lettori ci occupiamo ormai da tempo immemorabile di cronaca politica e di vicende che in svariate misure vengono influenzate dalla politica. Nel bene e nel male !!!
Tra questi temi primeggia la gestione degli enti del sottobosco regionale, le società partecipate, gli enti, le fondazioni e quant’altro, talvolta gestite al servizio di questo o quel maggiorente del momento.
Proprio per questo, nel tempo, ci siamo occupati di FOSS, di SEUS 118, di IPAB, e di CEFPAS, per citare alcune realtà particolarmente discusse che sono state interessate da gestioni poco trasparenti e fors’anche discutibili, che abbiamo prontamente denunciato, con i nostri articoli, ad ogni livello.
Oggi ritorniamo proprio sulla FOSS e sul suo coordinatore della direzione artistica, il Maestro Francesco Di Mauro, catanese di nascita, palermitano di adozione.
Dalle informazioni in nostro possesso il Maestro Di Mauro è dipendente di ruolo della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, circa dal 2004 (dopo un paio di anni di precariato), e presso la Fondazione dà attuazione alle stagioni artistiche programmate da Sovrintendente e Direttore Artistico (ordinariamente individuati dalla politica). Ed al contempo svolge, sembrerebbe nel rispetto delle previsioni del CCNL applicato presso la FOSS, e compatibilmente con le mansioni assegnate, come professionista, il ruolo di Direttore D’Orchestra in giro per il mondo, dai paesi dell’Est Europa, a quelli del Centro Europa, dal SUD EST Asiatico al SUD America, con all’attivo diverse centinaia di direzioni in teatri prestigiosi un po’ ovunque, anche in Sicilia (basta collegarsi su internet e digitare il nome del professionista per trovare riscontri di ogni genere).
La FOSS, come abbiamo avuto modo di scrivere, da anni è nella bufera perché a dispetto della sua natura pubblicistica (oggi Fondazione di Partecipazione, ieri Ente Pubblico) è stata gestita come se fosse stata un bottega al servizio di questo o quel maggiorente. Una sorta di riserva indiana !!!
A nostra memoria, solo nell’ultimo quinquennio, diversi amministratori che si sono succeduti, ordinari e straordinari, hanno effettuato segnalazioni di abusi, violazioni di legge, gestione delle risorse pubbliche in maniera improvvida, elargizioni ingiustificate al personale, promozioni che presentano più di un dubbio sulla loro correttezza e legittimità, stabilizzazioni più che discutibili.
Tutti comportamenti che sembrerebbero essere stati una costante alla FOSS e che, recentemente, hanno dato luogo alla condanna in danno al Dott. Giorgio Pace, per somme indebitamente percepite mentre svolgeva il ruolo di Sovrintendente alla FOSS, ed a un contestuale rinvio a giudizio, con conseguente processo in corso, sembrerebbe per abuso di ufficio, per una gestione dell’ente poco improntata a crismi pubblici, tenuto conto che la FOSS riceve ed amministra circa 10ML di euro l’anno dall’Assessorato regionale del Turismo e dal Ministero della Cultura.
Fin qui è cronaca !!!
Basta scrivere FOSS su internet per trovare decine di articoli nei quali anziché parlare di musica ed esecuzioni magistrali si disquisisce di ogni genere di nefandezza. Con gli orchestrali e le altre maestranze che, anziché darsi anima e corpo alla musica ed alle esecuzioni, si cimentano in denunce, querele, diffamazioni, offese, sciorinando i panni sporchi l’uno contro l’altro, promuovendo articoli più o meno diffamatori nei confronti di questo o quell’altro che alla FOSS non ha soddisfatto o deluso aspettative personali di questo o quel dipendente, magari sostenuto da qualche politico.
Recentemente il Maestro Di Mauro è ribaltato agli onori della cronaca, con un lungo articolo su Repubblica, dal quale sembrerebbe emergere che il professionista, in luogo dell’assunzione, risalente ai primi anni 2000, abbia prodotto documenti attestanti le proprie competenze e professionalità non consone alla sua assunzione.
Qualcuno sottovoce afferma che sono titoli falsi altri che non sono adeguati al ruolo ricoperto.
Tra chi ha sollevato la questione ci sono alcune sigle sindacali (aziendali), sembrerebbe fomentate dal Dott. Giorgio Pace, per intenderci il Sovrintendente condannato alla restituzione di somme non dovute e sotto processo per abuso di ufficio (oggi depenalizzato), e da un paio di sindacalisti aziendali che sembrerebbe siano stati destinatari di provvedimento non graditi che il Maestro Di Mauro avrebbe adottato quanto ha ricoperto, in un paio di occasioni, e per brevi periodi, anche il ruolo di Sovrintendente facente funzioni della FOSS (incarico conferitogli non come riconoscimento ma solo come tampone per garantire la funzionalità della Fondazione nelle more delle scelte della politica ed in assenza di una classe dirigente adeguata presso l’Ente).
Orbene, noi non conosciamo i titoli posseduti dal Maestro Di Mauro, e nemmeno se i titoli sono custoditi presso l’ente e se sono veri o falsi. Sul tema ci sono più di una indagine in corso.
Di certo però abbiamo appreso che l’attuale Commissario Straordinario, Dott.ssa Margherita Rizza – Dirigente Generale della Regione Siciliana – dopo gli articoli di stampa e le denunce di alcune sigle sindacali, e le controdenunce dell’interessato, ha dato luogo ad approfondimenti ed ha fornito all’assessorato una serie di elementi che sembrerebbero fugare ogni dubbio dei denunciati, ed anche dell’On. Ismaele La Vardera, entrato a gamba tesa nella vicenda con un atto ispettivo parlamentare, riscontrato dall’Assessore On. Elvira Amata, inequivocabilmente a favore del Maestro Francesco Di Mauro.
Del resto dagli atti sembrerebbe emergere che i titoli che sono stati presentati in sede di assunzione sono stati riscontrati a suo tempo e ritenuti validi ed idonei al perfezionamento dell’assunzione e quindi la polemica odierna sembrerebbe più strumentale che altro.
Tanto più che a ben vedere la FOSS, nel tempo trasformata da ente pubblico regionale a fondazione di partecipazione, immaginiamo abbia utilizzato il medesimo criterio di valutazione dei titoli e delle competenze, per tutti i dipendenti, in egual misura, quindi se sono falsi o inadeguati quelli del Maestro Di Mauro non possiamo escludere possano esserlo anche per altri.
Un caso eclatante potrebbe essere proprio quello del già citato dott. Giorgio Pace, prima direttore amministrativo ed operativo del Teatro Massimo di Palermo e poi Sovrintendente della Foss, con in saccoccia una laurea in Fisica o Chimica, comunque certamente non attinente al ruolo (né con la direzione amministrativa/logistica né con la musica).
Ma che gli è valsa comunque una assunzione prima al Teatro Massimo e poi alla FOSS, ai massimi livelli, e con un appannaggio che presso la FOSS è stato di oltre 100.000 euro l’anno (in parte in corso di restituzione per indebita percezione).
E chissà quanti altri casi come questi, di musicisti stabilizzati senza avere superato nemmeno una audizione con esito favorevole. O funzionari amministrativi promossi direttori sul campo in maniera sibillina, o lavoratori transitati nei ruoli della FOSS dopo periodi transitori di impiego presso cooperative che gestivano servizi per la FOSS, magari in forza di discutibili provvedimento di legge adottati in maniera improvvida in oscure stagioni della politica regionale, per alimentare clientele e prebende.
Orbene, a nostro parere, questa vicenda è solo la punta di un iceberg di un sistema “malato” dove ancora prolifera un sottobosco fatto di abusi, di appropriazioni indebite (è storia) di gestioni poco trasparenti (sono state ripetutamente denunciate) ed per nulla ossequiose di norme e precetti. E per questo auspichiamo che la vicenda e la storia del Maestro Di Mauro, ed anche quelle di musicisti e maestranze della FOSS ricorrenti, e perché no di tutti i dipendenti della FOSS (peraltro stabilizzati con lo stesso metodo riservato al Di Mauro) venga passata al vaglio di una commissione di inchiesta qualificata e professionale, auspicheremmo la Commissione Antimafia ed Anticorruzione dell’ARS, di cui peraltro l’on. onorevole tiktoker La Vardera è Vicepresidente (potrebbe cosi smettere le vesti di iena per vestire quella per cui è pagato), capace di acquisire collazionare e valutare ogni denuncia degli ultimi anni e fare emergere ogni criticità, denunciando (anche loro dovrebbero assumersi le rispettive responsabilità) alle autorità competenti ed alla Corte dei Conti segnalando eventuali abusi da parte di dipendenti infedeli e/o amministratori inadeguati (o peggio collusi e conniventi).
Chissà che alla fine oltre al dott. Giorgio Pace, che farebbe meglio a non esprimere giudizi su altri vista la sua storia personale, non siano anche diversi altri soggetti, dai vertici dell’ente fino ai livelli più bassi delle maestranze amministrative e tecniche, ad essere chiamati a rispondere, anche loro, di questioni analoghe, simili, collaterali, rispetto a quelle contestate (parrebbe indebitamente) al Maestro Di Mauro.
Noi per nostro costume non siamo nè a favore nè contro qualcuno, ma solo amanti della verità (a dispetto di chi utilizza la penna per fare politica becera e di parte) e pertanto ci auspichiamo che emerga inequivocabilmente una verità univoca e tranciante.
Di certo, e concludiamo, le ispezioni che ci sono già state in passato, ed i conseguenti giudizi e condanne, hanno già confermato tutta una serie di abusi e certificato la correttezza di chi ha denunciato un sistema, non solo siciliano, dove la buona musica e le magistrali esecuzioni sembrano essere passate in secondo piano rispetto ad altri interessi non proprio limpidi e trasparenti, di politici, amministratori e vertici scelti dalla politica, e lavoratori che non hanno a cuore la sorte dell’ente, organismo, società, fondazione, pubblica, di cui sono parte e che avrebbero l’onere di rispettare e tutelare.
L’arte, la musica, la recitazione, il canto, il ballo, sono espressione di qualità e doti innate che dovrebbero dare luogo ad esecuzioni magistrali capaci di arricchire l’animo umano. Ma qui da noi, fatte le dovute rare eccezioni, sembra che ancora molti non l’abbiamo capito e si preferisce amministrare il tutto ancora come una bottega.