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PER TRAVAGLIO (DAVIGO-CONTE) LA DEMOCRAZIA E’ UN ESERCIZIO NOCIVO.

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Nessuno s’è accorto (peraltro pochi lo leggono) della prima pagina  del Fatto Quotidiano dove un Travaglio farneticant, ha paragonato le urne del voto a un cesso?

Ecco, Marco Travaglio si pone come il nuovo Pinochet italioto, anche se ha una posizione diversa sulla tortura, lui si accontenta di manette e celle, ma soprattutto tende all’abolizione di questo metodo insopportabile nella distribuzione del potere che consiste nell’uso democratico delle urne.

E, infatti, venerdì scorso esordisce con una immagine inquietante, l’urna del voto vista come un CESSO, che la dice lunga sul Travaglio-Davigo-Conte pensiero. La sovranità non può essere lasciata al popolo sovrano, ma ai nuovi fascisti-educatori. 

Come i talebani? Probabile. Per la bibbia dei pentastellati la forma migliore sarebbe lo stato etico. Dove la scelta dei rappresentanti del popolo venisse lasciata a loro che sonoo i buoni e gli onesti. Una sorta d’esercizio di scuola elementare dove si scriveva alla lavagna chi erano i buoni e i cattivi a insindacabile giudizio del “capoclasse”. 

Bene oggi il sedicente capoclasse è lui. Stabilisce chi deve candidarsi e chi no. Chi è degno e chi no. Salvo poi piazzare in politica e nelle partecipate i propri uomini (donne in questo caso) per agguantare quanto potere possibile. 

Ma è possibile che gli italiani siano tutti idioti da non capirlo?

Chiudiamo con Piero Sansonetti: «Le urne, il voto, i candidati, il decadente sistema democratico, sono il male della modernità. Una vera modernità si libera di questi orpelli ottocenteschi e seleziona il potere, non lo distribuisce. Il potere, secondo Travaglio e molti suoi predecessori, spetta agli onesti, o ai giusti, o ai camerati, o alla classe. Lui propende per gli onesti. Chi sono gli onesti? Quelli che appartengono al partito degli onesti e che sono giudicati tali dai magistrati, dai Pm, dalle varie associazioni antimafia, da Di Battista e da Fofò. Su Di Maio bisogna stare più attenti: negli ultimi tempi ha sbandato e in lui sono evidenti netti segni di imborghesimento democratico. Un po’ di prudenza anche su Grillo, che certo non ha tentazioni democratiche, però si è dissociato da Conte, e Conte invece è un uomo puro. Come lo era Bessarione (non sapete chi era Bessarione? Ve lo racconto un’altra volta)».

qtsicilia@gmail.com