
Il randagismo rappresenta una problematica significativa che richiede l’intervento attivo delle amministrazioni pubbliche. A Catania, diverse iniziative sono state intraprese per affrontare questo fenomeno.
Recentemente, a livello regionale, sono state avanzate proposte legislative per rivedere le norme sulla tutela degli animali randagi. Tuttavia, queste proposte hanno suscitato critiche da parte di associazioni animaliste e forze politiche, preoccupate che possano favorire interessi privati a discapito del benessere animale e del lavoro svolto dai volontari.
Il fenomeno del randagismo rappresenta una problematica persistente nel Comune di Paternò, con implicazioni sia per il benessere degli animali sia per la comunità locale. Nel tempo, sono state intraprese diverse iniziative per affrontare questa situazione, ma ancora oggi permangono criticità significative.
Diverse iniziative intraprese ma che non hanno prodotto nulla: Campagne di sensibilizzazione e adozione: Nel gennaio 2025, il Comune ha lanciato l’iniziativa “Un cuore aperto ai cani”, una campagna volta a promuovere l’adozione dei cani randagi. Questo progetto ha visto la collaborazione di volontari, amministratori comunali e vigili urbani, con l’obiettivo di incentivare le adozioni e ridurre le spese legate al mantenimento degli animali nelle strutture convenzionate. Un flop.
Realizzazione di rifugi temporanei: Nel 2021, è stato inaugurato un rifugio provvisorio presso l’autoparco comunale di via Giovanni Verga, dove circa venti cani randagi sono stati trasferiti. Questa soluzione temporanea mirava a garantire un riparo adeguato agli animali in attesa di adozione o di trasferimento in strutture idonee, ma come si nota questa soluzione provvisoria quanto illegittima, dopo diversi anni, è ancora lì.
Criticità attuali: Mancanza di un canile comunale: Nonostante le iniziative, Paternò è ancora priva di un canile comunale a norma. Nel 2020, l’associazione UPA (Uniti per gli Animali) presieduta dall’ing. Giuseppe Panassidi, si era impegnata, insieme all’allora assessore al randagismo Vito Rau, a reperire fondi per la realizzazione di una struttura adeguata a costo zero per il Comune. Tuttavia, l’amministrazione ha optato, insensatamente, per la costruzione di 10 box in lamiera di appena 8 metri quadrati ciascuno, spendendo 24.000 euro di fondi pubblici. Questa scelta è stata oggetto di critiche da parte delle associazioni animaliste, che hanno sottolineato l’inadeguatezza delle soluzioni adottate, nonché contro la legge, che fino ad oggi persiste.
Costi elevati per il mantenimento dei cani: Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha evidenziato le ingenti somme destinate al ricovero e al mantenimento dei cani randagi in strutture private convenzionate. I consiglieri hanno proposto la costruzione di un canile comunale, suggerendo l’utilizzo dell’autoparco di via Giovanni Verga o di altri immobili di proprietà comunale, al fine di ridurre le spese e garantire una gestione più efficiente del fenomeno.
Conclusioni:
Nonostante gli sforzi apparenti, a parole, compiuti dall’amministrazione comunale, il randagismo a Paternò rimane una sfida aperta. La mancanza di una struttura comunale adeguata e i costi elevati associati al mantenimento dei cani randagi, così come denunciato in un’interrogazione consiliare anche dal capogruppo di FdI Alfio Virgolini [ L’ECCESSIVO COSTO DEL RANDAGISMO, INTERROGAZIONE DI ALFIO VIRGOLINI ], evidenziano la necessità di strategie più efficaci sostenibili in linea con le norme di legge. Un approccio integrato, che preveda la collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini, potrebbe rappresentare la chiave per affrontare in modo definitivo questa problematica. Cambia l’assessore [oggi Francesca Coluccio] ma il comune rimane assolutamente sordo, anche se mostra di apparire sensibile e la situazione non cambia.
Di seguito l’articolo con la nota dell’associazione di volontari UPA RANDAGISMO, PATERNÒ UN COMUNE INADEGUATO.
P.S. IL CANILE D’ORO:
