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PATERNÒ, DEMOCRAZIA NEGATA DAGLI ABUSI DI POTERE

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Il presidente del consiglio Marco Tripoli revoca arbitrariamente la convocazione, chiude il portone di palazzo Alessi,  sede del consiglio comunale e lascia tutti fuori, sia i consiglieri, sia i partiti, sia le associazioni che aveva invitato con propria lettera.
Un consiglio comunale aperto a tutti, era un’occasione di confronto fra istituzioni e  città. Un momento di dibattito libero, trasparente, uno scorcio di democrazia, finora negata da quello che è diventato un regime, il regime nasista che non si smentisce nemmeno in questa occasione, negando tutto ciò. Il dibattito non s’ha da fare.
Infatti con un gesto dispotico, il presidente del consiglio, come detto, su indicazione del sindaco, annulla la seduta, in autotutela. afferma nella sua nota. Vorremmo poi capire a chi riserva questa tutela, alla sua parte politica che vede fallire la propria azione nella città? Alla sua parte politica, sindaco in testa, che a Paternò è sicuramente fuori dal centrodestra e che flirta con pezzi di centrosinistra ai quali dispensa prebende? Chi deve tutelare il presidente del consiglio, che non è sicuramente super partes, ma una marionetta nelle mani dei suoi capi? Ce lo dica.
Paternò è al caos, politico, sociale, ideologico, una miscela che alimenta ancor più il rischio di scioglimento per mafia oltre i fatti che sono noti a tutti. Una città che viene presa a pedate da questa amministrazione “improbabile”, con ogni tipo di “abuso di potere” e un sindaco indagato che continua a dettare ordini e a mestare le carte, che si adopera con ogni mezzo, anche equivoco, per raggiungere il suo scopo. La città ha necessità di reagire.
P.S.- La paura del dibattito nella nota del sindaco: