«Una persona ieri al Corviale mi ha detto: “Ad ogni elezione qui passano i politici, chiacchierano, promettono e poi non ritornano. Il Serpentone è abitato da persone non da bestie”». La gente è stanca e chiede il cambiamento e non solo in politica. Anzi diremmo proprio in politica, perché questa viene fatta dai magistrati che indirizzano e….. meglio non diciamo oltre.
Corviale è il simbolo del degrado della sterminata periferia romana. Soprannominato Serpentone per essere lungo un chilometro, è un palazzo di edilizia popolare costruito negli anni ’70, di 9 piani con 1200 appartamenti dove abitano circa 4500 persone, di cui molti anziani e disabili. E Luca Palamara è candidato alla Camera in quel collegio per le suppletive. Leggiamo:
di Giovanni M. Jacobazzi
Dottor Palamara, lei è candidato con una sua lista alle suppletive per la Camera nel collegio Roma Primavalle. Dopo essere stato nelle ovattate stanze del Csm cosa prova a venire in queste zone dimenticate da tutti?
«Sto battendo il collegio in lungo e in largo. Ho incontrato tantissima gente che mi ha trasmesso rabbia e allo stesso tempo forza. Rabbia perché non è possibile assistere inermi all’ingiustizia sociale di persone abbandonate a se stesse. Forza perché se verrò eletto impiegherò tutte le mie energie per essere da pungolo all’amministrazione comunale in primis e alle istituzioni più in generale affinché si cerchi una soluzione alle problematiche di questo territorio».
Che candidatura è la sua?
«Una candidatura tematica che si rivolge a tutti. Chi è interessato al mio racconto e crede sia necessaria una discussione seria sulla giustizia, può votarmi ed io continuerò in Parlamento, ancora più libero di parlare e ancora più determinato, la mia battaglia per la verità».
Pensa di essere l’uomo del cambiamento? L’alternativa ai politicanti?
«Guardi, io penso di aver subito sulla mia pelle gli effetti del “Sistema”. Parlo con la consapevolezza di chi si è passato dalla condizione di carnefice a quella di vittima. Forte della mia innocenza ho accettato la sfida mettendoci la faccia. Ora chiedo il giudizio dei cittadini sulla mia vicenda. C’è una frase del mio libro che può essere tranquillamente ribaltata: “Quando ho toccato il cielo, il Sistema ha deciso che dovevo andare all’inferno”. Se gli elettori mi daranno fiducia potrò dire che “quando il Sistema decise di spedirmi all’inferno, l’elettorato decise di riportarmi in cielo”.
Che pensa della vicenda di Luca Morisi?
«Innanzitutto noto la sovraesposizione mediatica in queste ore di una persona, il ragazzo rumeno, che racconta fatti risalenti a oltre due mesi fa. Chi ha fornito solo adesso questo genere di “pista”? Chi e perché acquisisce e utilizza informazioni per provare a manipolare l’agibilità democratica nel nostro Paese?»
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