La capitolazione della Germania nazista era ormai a un passo, con le armate angloamericane in marcia verso Berlino da ovest e da sud e l’Armata Rossa sovietica che aveva quasi raggiunto la capitale tedesca da est. Erano le ultime fasi di un regime. Il führer rinchiuso nel suo bunker sotterraneo non distingueva più la realtà dalle sue visioni oniriche, come vi fosse ancora qualcuna possibilità di ribaltare la situazione irrimediabilmente compromessa.La capitolazione della Germania nazista era ormai a un passo, con le armate angloamericane in marcia verso Berlino da ovest e da sud e l’Armata Rossa sovietica che aveva quasi raggiunto la capitale tedesca da est. Erano le ultime fasi della Seconda guerra mondiale, una tragedia che si trascinava ormai da sei anni con il suo devastante corollario di morte e distruzione. Ma nel bunker tutto questo non sembrava esistere, poi sappiamo tutti come finì. Ad assediare il bunker non sono gli Alleati belligeranti, come nel ’45, ma i giudici, i carabinieri, il prefetto e il ministro.
Non vi sembra che questa storia sia simile se non uguale, adattandola oggi ai nasisti? A ciò che sta accadendo a Paternò? La storia, che è maestra di vita, si ripete, sempre, dai macrosistemi ai microsistemi, come in questo caso, ricordatelo.