Alcuni stralci tratti da “La forma dell’acqua” di Matteo Renzi:
Il giustizialismo non è la prosecuzione della giustizia con altri mezzi, né un’estensione puramente terminologica del dominio della giustizia: è la negazione stessa della giustizia.
Laddove il giustizialismo prospera, la giustizia muore. Fintantoché questo principio così banale, ma, a quanto pare, di difficile comprensione, non diventerà patrimonio comune dell’intera classe dirigente del nostro paese, a essere sconfitta sarà la stessa civiltà giuridica italiana, destinata a passare da Cesare Beccaria a Pier Camillo Davigo, da Dei delitti e delle pene al «Fatto Quotidiano». […]
Ci siamo ormai abituati a condannare sulla base di titoli, tweet, sms e ogni ricorso alle garanzie, all’ascolto, alla difesa ci sembra una perdita di tempo.
E poco importa che la nostra Costituzione, quella che tutti giudicano «la più bella del mondo» evidentemente senza nemmeno averla letta, stabilisca la sacrosanta presunzione di innocenza.
Il giustizialismo, infatti, nega i principi della Costituzione secondo cui il cittadino viene giudicato colpevole solo dopo tre gradi di giudizio, mentre celebra i processi nei talk show in diretta tv e sui social. Che la condanna sia pronunciata in tribunale sembra non aver più alcuna importanza: è sufficiente la sentenza dell’opinione pubblica debitamente istigata, incalzata da una continua caccia all’uomo mediatica…(su spinte degli inquirenti come abbiamo letto – ndr)
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