“Gentile Formigli, mi chiedo e ti chiedo perché tanto astio nei miei confronti, spero solo contro di me e non anche contro la Dc che, francamente, però, mi è parso di cogliere. Cui prodest? Pesanti e ingiustificate le tue dichiarazione sui voti che puzzano”. È quanto scrive il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro, all’indomani della trasmissione Piazza Pulita, su La7, a cui è stato invitato a partecipare.
“Sono rimasto seduto in trasmissione nonostante il plotone di esecuzione che, anche visivamente, mi hai messo contro-difronte, ben orchestrato da te, giudice per nulla imparziale per non dire interessato a dare fuoco. Mi avevi invitato per parlare di politica, se vuoi ti mando la scaletta degli argomenti che mi avevi detto avremmo trattato. Ma – continua Cuffaro – evidentemente abbiamo, meno male, un’idea diversa di cosa sia la politica. Sono rimasto in trasmissione e ho tentato, con educazione, di difendermi dal ‘trio’ che invece aveva ben preparato – loro si che sapevano di cosa dovevano parlare – le loro contumelie ossessive contro di me. Trocchia mi ha rifatto il processo, La Vardera si è eretto a moralizzatore (ne ho visti moralizzatori che oggi hanno scelto l’oblio), la Baldino, lì nel mezzo, ha pensato di non dover essere meno degli altri. Pensavo di poter parlare di elezioni europee, di programmi elettorali, dell’importanza dell’Europa…. E nonostante ciò, non sono fuggito e, col sorriso sulle labbra, fuori scena ti ho raccontato la storia di Euno, lo schiavo di Sicilia che si ribellò ai Romani, dando corso alla Prima Guerra servile nel 136 A.C. Mi è sembrato di capire che la storia di Euno ti è interessata, e di questo sono contento.
Poi Cuffaro ha concluso: “Chissà, magari su questo realizzerai una puntata e, così, potrai raccontare una bella storia di schiavi di Sicilia, molti di essi di colore, che per la prima volta presero coscienza di essere ‘uomini’. Uomini e non cose. Per favore, se decidi di dedicare una puntata a questa storia, non dimenticare di invitarmi. Buon lavoro”.
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