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LE TOGHE DI PERUGIA VOGLIONO DISTRUGGERE LE BOBINE DI PALAMARA

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Un Paese di prepotenti che definiremmo FANGOPOLI, dove l’unica legge è quella del doppiopesismo ad uso proprio, della lobby dei veri potenti, quelli che in nome delle proprie caratteristiche, della giurisdizione, decidono della vita di governi, di politici, ma anche dei cittadini comuni.
I magistrati di Perugia, fonte “La Verità”, di ieri in edicola, con un articolo del vicedirettore Giacomo Amadori [link], sarebbero orientati a distruggere tutte le bobine originali dei dialoghi intercettati dal famosissimo “trojan” installato a suo tempo nel cellulare di Luca Palamara. Cosa si vorrebbe occultare?
I difensori avevano chiesto – insieme ad altre parti del procedimento – di avere accesso a questi atti per decidere cosa potesse essere utile alla strategia difensiva. 
Ma invece si sono sentiti rispondere picche. Nel senso che potranno esaminare in apposite gabbie insonorizzate queste conversazioni senza poterne estrarre copia e ottenere solo le trascrizioni dalle quali spesso non si può evincere il tono magari scherzoso delle conversazioni ritenute utili.
Tutti conosciamo quel che si sono detti Palamara con i politici ancor prima che queste conversazioni venissero messe a disposizione delle parti. 
Tutti abbiamo letto il presunto “bunga bunga” del quale viene accusato Palamara dalla propria compagna, etc.etc.etc. 
Tutto ciò mentre alcuni pezzi spariscono, come mai registrate, adesso si vorrebbe distruggerle tutte. 
Due pesi e due misure insomma, un costume solito della prepotenza della lobby con la toga, proprio come emerge da quelle poche intercettazioni già divulgate.
Quando però certi dialoghi possono essere imbarazzanti per alcune toghe , possibilmente mai trascritte, magari di quelli che oggi siedono ai vertici e fanno i moralisti proprio contro Palamara che hanno sostituito, allora scattano le garanzie costituzionali…ma solo per loro.
Per tutti gli altri invece vige l’arroganza del fango nel ventilatore.
In un simile clima di ingiustizia, conclamata ed esibita, non c’è da stupirsi se poi i cittadini non si fidano più delle istituzioni,  Magistratura e Governo prima di tutto, che secondo un sondaggio pubblicato ieri sera nella trasmissione Porta a Porta, ha l’avversione del 70% degli italiani. 



qtsicilia@gmail.com