
Catania, da sempre una delle città più affascinanti e vivaci della Sicilia, sta vivendo un periodo di grande difficoltà che coinvolge la zona del centro storico. La crescente mancanza di parcheggi, insieme alle nuove politiche di mobilità, sta mettendo in crisi le attività commerciali, quelle legate alla ristorazione in particolare, che fino a poco tempo fa rappresentavano il cuore pulsante della vita cittadina.
Negli ultimi giorni, oltre all’introduzione della ZTL (Zona a Traffico Limitato), le nuove normative in materia di sosta hanno introdotto una novità: per le auto posteggiate in modo irregolare, probabilmente nella disperazione di non trovare un luogo in cui sostare, alla multa si aggiunge il blocco tramite ganasce. Nulla di assurdo per una città civile e sicura si penserà, ma anche per i fortunati che parcheggiano correttamente, le difficoltà non mancano. Il problema principale riguarda anche la microcriminalità che colpisce i veicoli posteggiati nelle zone del centro, con furti e saccheggi che alimentano il malcontento tra residenti e commercianti.
Emanuele Serpa, proprietario del ristorante Frumento, esprime il suo punto di vista riguardo la situazione: “Pur credendo che la nuova ZTL sia un segno di grande civiltà, abbiamo subito come tutti l’iniziativa, vedendo una flessione in termini di fatturato. L’impressione è che non si sia pensato a tutto ciò che dovrebbe comportare la chiusura al traffico. Fare un passo del genere dovrebbe implicare garantire sicurezza e decoro urbano, cura costante del verde, illuminazione adeguata, pulizia e indicazioni chiare. Ad oggi, il cittadino che arriva in centro ha una enorme difficoltà: non sa come muoversi. L’utente dovrebbe semplicemente vedere segnaletiche da seguire al suo arrivo in zona, per esempio quelle relative al parcheggio di via Zurria,invece accade che nessuno abbia idea di dove poter lasciare l’auto. È una situazione che crea disorientamento”.
Serpa continua sottolineando che “ la difficoltà di accesso al centro non si limita solo al parcheggio. Se si percorre via Teatro Greco e si arriva in via Manzoni,ci si trova intrappolati nel traffico restando almeno mezz’ora in fila per percorrere poche centinaia di metri. Un cliente che fa questo percorso difficilmente tornerà ancora. Capita spesso che dopo diversi giri e ore in auto per trovare posto, riceviamo chiamate di disdetta prenotazioni. Sono clienti che non torneranno più” conclude il gestore di Frumento, portando alla luce una questione che preoccupa molti ristoratori: la difficoltà di attrarre e mantenere la clientela.
Anche Salvatore Scuderi, titolare del ristorante Cortile Alessi, condivide una visione simile e propone delle soluzioni pratiche: “La metropolitana dovrebbe chiudere più tardi almeno durante il fine settimana in modo da permettere ai clienti di godersi una cena in tranquillità. Dai parcheggi scambiatori già esistenti potrebbero partire navette fino alla metro o al centro storico, e noi saremmo pronti anche a rimborsare il costo del biglietto, ma bisogna avere un sistema integrato tra mezzi di superficie e metropolitana e magari delle applicazioni da utilizzare sugli smartphone che forniscano informazioni su percorsi e orari”.
Scuderi continua anche a riflettere su come l’aumento dei parcheggi potrebbe influire positivamente sulla scelta degli utenti a frequentare ancora il centro storico e che “sarebbe utile anche una campagna che promuova la vita notturna per attirare di nuovo i catanesi che oggi preferiscono spingersi verso i paesi etnei, dove viabilità e posteggi non sono un problema”.
In effetti facendo un giro a Catania, un sabato sera qualunque, fa strano vedere turisti in prima serata affollare solo le piazze principali e trovare assolutamente vuote tutte le stradine del centro o le piazze minori, che fino a poco tempo fa erano piene di catanesi che vivevano la propria città facendone conoscere la movida in tutta Italia. Proprio le piazze principali sono quelle che hanno avuto anche dei benefici, come racconta Luigi Savoca de I Capricciusi in Piazza Mazzini: “Inizialmente ero scettico sul progetto, adesso ho riconvertito il target da catanesi a turisti” confermando comunque la sensazione che non siano più i locali a vivere il centro storico. Lavorare coi turisti però “significa cambiare il proprio menù offrendo i più famosi piatti nazionali come la pasta al ragù, a discapito della tradizionale cucina siciliana, ma vuol dire anche essere obbligati ad abbassare la qualità dell’offerta poiché il turista medio che visita Catania è basso spendente. Lo vedi nelle strade tra arancini e kebab e difficilmente seduto ad acquistare una bottiglia di buon vino al ristorante” afferma ancora Salvatore Scuderi che evidenzia dunque un altro tema importante: il tipo di turismo che Catania sta accogliendo. La città, che un tempo era un vivace centro di socialità e cultura, ora rischia di trasformarsi in una meta che offre poco più che cibo economico e attrazioni superficiali. “Abbiamo bisogno di attrarre turismo di qualità, capace di valorizzare le tradizioni culinarie e culturali della città” conclude il gestore di Cortile Alessi.
La paura di molti è ritrovarsi come i colleghi della zona del Castello Ursino, tra attività che hanno inevitabilmente abbassato la saracinesca e ristoratori in ginocchio che provano a resistere. Qui, con la chiusura di Piazza Federico II di Svevia, senza un piano a monte che pensasse alla logistica relativa a trasporti e parcheggi che potessero comunque incentivare cittadini e turisti a frequentare la zona, con conseguente desertificazione della stessa, l’amministrazione comunale ha dovuto fare dietrofront con una sospensione parziale della ZTL.
Il centro storico, quello che fino a pochi anni fa era un vibrante cuore di movida, oggi è sostituito da un’atmosfera più silenziosa, quasi desolata. Il cambiamento, seppur necessario in termini di città che vuole “europeizzarsi”, sembra aver tolto al centro quella vitalità che lo rendeva unico, mettendo in difficoltà i commercianti che, con fatica, cercano di adattarsi a una città che sta cambiando troppo velocemente senza pensare, pare, a chi vive di imprenditoria. Seppur in difficoltà, le testimonianze dei ristoratori non raccontano di una chiusura verso l’amministrazione o verso il cambiamento che la stessa propone.
Le soluzioni, che non sembrano neppure così complicate, vanno trovate oggi. Tra stipendi, affitti, utenze e tasse, domani potrebbe già essere troppo tardi. CLAUDIA TRUGLIO.
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La questione parcheggi è il tema caldissimo di Catania.