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Politica

“IO NON SCIOPERO”. Così il giudice napoletano Giuseppe Cioffi

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Nel Foglio di ieri, unico giornale a riportare la voce dissenziente di un magistrato sullo sciopero dell’Anm: “Non sciopero”, dice il giudice napoletano Giuseppe Cioffi: “La ritengo una manifestazione del pensiero che non si addice ai magistrati e trovo singolare che chi ha il compito costituzionale di applicare le leggi si opponga a una legge in corso di approvazione in Parlamento, peraltro usando argomentazioni che esulano dai contenuti della riforma”.
“Tutto ciò di cui l’Anm si sta lamentando non è reale. Nella riforma in discussione in Parlamento non c’è nulla che preveda la sottoposizione del pubblico ministero all’esecutivo, non c’è nulla che comporti una diminuzione della libertà e della terzietà del giudice, non c’è nulla che porti con sé altri pericoli alla democrazia o attentati alla Costituzione. Questi slogan sono stati agitati dall’Anm fin dal 1989, anno di entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale. Sono sempre gli stessi slogan, pure con le stesse parole”, dice Cioffi.
“Alcuni argomenti che sono stati messi in campo dall’Anm sono palesemente propagandistici”, insiste il giudice napoletano. “Come si fa a opporsi alla riforma dicendo che la separazione delle carriere era contenuta nella bozza di programma della P2? Sarà pure vero ma di separazione delle carriere si parlò già durante i lavori della Costituente, persino nelle discussioni sindacali della magistratura negli anni Quaranta. Dal mio punto di vista ritengo la riforma una conseguenza naturale della riforma del processo del 1989”.
“A proposito dello sciopero, poi, mi pongo una domanda – prosegue Cioffi – Gran parte dei magistrati che lavorano come fuori ruolo al ministero della Giustizia sono espressione delle correnti. Immagino che questi magistrati aderiranno allo sciopero: come faranno a conciliare questa opposizione con il loro concorso alla formazione della legge?”.