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Il rispetto e il decoro nelle istituzioni democratiche sono fondamentali

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Il rispetto e il decoro nelle istituzioni democratiche sono fondamentali per il corretto funzionamento di un sistema democratico e per mantenere la fiducia dei cittadini nelle loro rappresentanze. Questi principi si manifestano attraverso il rispetto delle regole.  

Le istituzioni democratiche operano secondo norme e procedure che garantiscono trasparenza, equità e partecipazione. Il rispetto di queste regole è essenziale per assicurare che le decisioni siano legittime e accettate. I rappresentanti eletti devono agire con responsabilità e rispetto, anche nel linguaggio, per garantire che le istituzioni mantengano la loro autorevolezza.

Vi è un decoro istituzionale da garantire, comportamenti e linguaggi adeguati al contesto istituzionale nel quale ci si trova contribuiscono a mantenere l’autorevolezza e il prestigio delle istituzioni. Il decoro si riflette anche nel rispetto altrui.

Quindi mantenere rispetto e decoro nelle istituzioni democratiche è essenziale per preservare la qualità delle istituzioni. Non è solo una questione forma, ma questa e in questo caso, assume sostanza in quanto la dignità del consesso assembleare fa riferimento al rispetto e al decoro che dovrebbero caratterizzare il funzionamento di un’assemblea, come un parlamento, un consiglio comunale o qualsiasi altro organo deliberativo. La dignità di tali consessi è fondamentale per garantire che il dibattito e le decisioni prese siano improntate a serietà, rispetto reciproco, e attenzione al bene comune, quello autentico e non solo a parole.

Ora l’esternazione del consigliere Russo, che ha affidato ai social il proprio pensiero, e che riportiamo sopra, si potrebbe assumere come la politica degli esseri inutili, come dichiarazioni melense ammantate da un eccessivo buonismo che mal si adatta al caso in specie. 

E’ una critica, la nostra, verso certi aspetti della politica, in cui si percepisce un’assenza di stile e di azioni significative, sostituite da figure politiche considerate poco influenti o poco incisive come chi guarda il dito ma non la luna, assolutamente da stigmatizzare, una riflessione che potrebbe essere percepita come vuota, retorica ed eccessivamente sentimentale, insomma, come  dichiarazioni buoniste eccessivamente melense. Occorerebbe operare chirurgicamente per eliminare il tumore.

Siamo nei tempi dell’oscurantismo, della prevenuta ostilità nei confronti della cultura, del progresso, e  dell’indipendenza di giudizio, e questa città della grande storia del passato, si è trasformata nella città dei “lambrettari” e «governata dalla Plebe, come scrisse  Polibio nelle sue Histroriae: quando decade la Democrazia subentra la Oclocrazia cioè il potere della plebe» come commenta qualcuno. Il predominio politico delle masse, che fanno valere le proprie istanze con agitazioni inopportune, imponendosi sulle regole legittime e sulla legge stessa. Questa è oggi la città di Paternò nel tempo del regime nasista, alla quale non basta l’inutile predicozzo buonista della domenica, né il silenzio imbarazzato di tutti, ma la ghigliottina.