Un popolo privo di conoscenza o consapevolezza è più facilmente soggetto a essere logorato, sfruttato o manipolato da chi detiene il potere.
Questa riflessione evidenzia un tema importante: l’ignoranza come strumento di oppressione. Un popolo che non conosce i propri diritti, che non ha accesso a un’informazione adeguata o che è inconsapevole delle dinamiche di potere può diventare vulnerabile, incapace di opporsi alle ingiustizie, ai soprusi o di partecipare attivamente al governo della società.
L’accesso alla conoscenza e alla cultura è uno strumento fondamentale per emanciparsi e resistere a soprusi.
I governi o le elite, a ogni livello, possono deliberatamente mantenere il popolo nell’ignoranza per rafforzare il proprio controllo. Chi detiene il potere può usare propaganda, disinformazione o censura per controllare le masse. La mancanza di consapevolezza su ciò che succede dietro l’angolo, nei segreti corridoi, rende le persone meno capaci di difendersi da ingiustizie, disuguaglianze o abusi. Una popolazione informata è essenziale per il buon funzionamento di una democrazia, altrimenti il sistema rischia di essere distorto.
La conoscenza non è solo un mezzo per il progresso personale, ma anche uno strumento per il cambiamento collettivo. Un popolo istruito è più difficile da controllare, perché in grado di riconoscere le dinamiche di oppressione. Più incline a richiedere trasparenza, giustizia e responsabilità ai propri rappresentanti che governano. L’informazione è fondamentale per spezzare il ciclo della disinformazione e il logoramento collettivo. Non si tratta solo di accesso alle scuole, ma di educazione critica che insegni come valutare le informazioni, e partecipare attivamente alla vita politica e sociale e costruire una società più democratica e inclusiva per tutti. Questa la mission che ci siamo dati.