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IL PD, GRILLO E LE SARDINE.

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«Mi ero iscritto al Pd qualche anno fa poi mi dettero indietro i soldi e la tessera e Fassino fece la sua premonizione dicendo: si faccia un partito da sé Siamo nel caos ma il caos è creativo, quindi ho visto questo partito, il Partito democratico in cui va via una buona persona il Pd deve avere una narrazione deve avere un progetto». Così Beppe Grillo torna sul luogo del delitto dopo 12 anni, dopo aver fatto un partito e ripete il gesto irriverente nei confronti di una classe dirigente che ha perso la bussola, col cadavere politico di Zingaretti ancora caldo. 

Una classe dirigente ipnotizzata che riceve l’ennesima umiliazione da un manipolo (in effetti quattro gatti) di Sardine di Mattia Santori, che hanno improvvisato un presidio a oltranza, cinto d’assedio il Nazareno armati di tende e sacchi a pelo, con la consueta retorica da squadristi passivo-aggressivi: «Noi facciamo parte di un campo progressista e chiediamo che si apra una fase Costituente» di un partito stordito, passivo che ama a farsi prendere a pesci (ops, sardine) in faccia.

Di fronte all’infarto politico-strutturale, dopo averli irrisi e ribattezzati «pidioti» per anni, è logico che Grillo pretenda di banchettare sulle loro spoglie. 

In attesa che l’oracolo Fassino aggiorni la profezia: «Si candidi pure alle primarie, poi vediamo quanti voti prende»…e poi abbiamo visto com’è finita.

“Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene. E tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra”. (G. Tommasi di Lampedusa)

qtsicilia@gmail.com