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Il parassita politico e la sua miseria umana. Lesson number Three

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In ogni contesto politico esiste una categoria di individui che non porta alcun contributo, non genera alcuna idea, non ha alcuna visione e non parlo solamente degli uomini. Sono i parassiti della politica, figure insulse che galleggiano nel sistema senza mai prendere una posizione autonoma, senza mai incidere sulla realtà. Il loro ruolo? Essere presenti senza esistere. Eppure, nonostante la loro totale irrilevanza, riescono a produrre danni alla buona politica: alimentando il clima di mediocrità e della sterile maldicenza, producendo solo gossip.

  1. L’inconsistenza come tratto distintivo

Il parassita politico è colui che non osa mai esporsi. La sua paura del confronto è tale da ridurlo a un soprammobile, un’ameba silenziosa nelle sedi istituzionali. Non parla, non argomenta, non decide. Perché? Perché non ne è capace. Sa che, nel momento in cui dovesse azzardarsi a calarsi in un contraddittorio con chi ha competenza e integrità, ne uscirebbe distrutta/o. Il suo vuoto di idee e di carattere la/lo renderebbe una facile preda di chiunque abbia anche un minimo di capacità analitica e dialettica.

Ma non è solo il vuoto intellettuale a caratterizzarlo. È anche la sua incapacità emotiva di accettare la meritocrazia. Il parassita odia chi è più bravo, più preparato, più incisivo. Non perché questi lo attacchino o lo danneggino, ma semplicemente perché la loro esistenza è la prova vivente del loro fallimento.

  1. La prova della loro esistenza? Le brevi storie sui social

Poiché il parassita politico non lascia alcuna traccia concreta del proprio operato, la sua unica esistenza di vita sono affidate alle storie su Facebook. Non esiste nei dibattiti pubblici, non esiste nelle proposte, non esiste nelle decisioni, ma compare miracolosamente nei post social con citazioni fuori contesto, tentativi patetici di sembrare impegnata/o e qualche condivisione di frasi fatte per darsi un tono.

Questi individui non incidono nella realtà, ma si affannano a dimostrare che “ci sono” attraverso il loro teatrino digitale, dove l’unico contenuto è la loro stessa inconsistenza. Chiunque abbia un minimo di cervello riconosce immediatamente la strategia: compensare la totale inutilità con la presenza ossessiva sui social, sperando che basti una foto, un hashtag, un like o un copia-incolla di qualche citazione di qualche pensatore che non hanno mai letto per camuffare il vuoto assoluto cerebrale e della loro esistenza politica.

  1. Il cortile dello sparlare: la politica degli infimi

Chi non è in grado di imporsi con il merito, chi teme il confronto, chi non sa sostenere un’idea, si rifugia in un’unica strategia: il chiacchiericcio, lo sparlare di nascosto. Il parassita non affronta mai direttamente chi lo surclassa, perché sa che perderebbe. Non ha le palle di dire in faccia quello che pensa, se anche lo sapesse dire, quindi si riduce a spargere veleni dietro le quinte, sperando che il chiacchiericcio possa erodere la reputazione di chi invece lavora davvero.

Questa è la sua unica attività politica: maldicenza e rancore. I parassiti non costruiscono nulla, ma passano il tempo cercando di distruggere col pettegolezzo. Non propongono, ma criticano sotterraneamente chi propone. Non hanno idee, ma si permettono di giudicare chi le ha. E lo fanno sempre “ammucciati”, con frasi sussurrate, con allusioni vigliacche, con post sui social privi di contenuto, ma pieni di invidia e rancore.

  1. La viltà come stile di vita

Il tratto più distintivo del parassita politico è la sua mancanza di coraggio. Non ha il fegato di metterci la faccia, di uscire allo scoperto, di affrontare il dibattito pubblico. Sa che soccomberebbe sotto il peso della sua inconsistenza. E allora resta nell’ombra, sperando che la sua tattica da cortile basti a danneggiare chi invece ha la forza e il merito di emergere.

Ma attenzione: questo tipo di individuo non è solo inutile, è nocivo. Perché il suo operato non mira al bene comune, ma solo alla difesa del proprio nulla. Non fa politica, ma esercita un parassitismo sterile e patetico che danneggia chiunque voglia realmente fare qualcosa di buono.

  1. Conclusione: come schiacciare i parassiti della politica

L’unico modo per affrontare questi individui è smascherarli pubblicamente. Costringerli a uscire allo scoperto, a confrontarsi, costringerli a difendere le loro posizioni… che non hanno. Perché l’unica cosa che li terrorizza più della loro stessa insignificanza è il doverla esporre alla luce del sole.

Se li vedete annidarsi nei consigli comunali, nelle assemblee, nei partiti, non ignorateli. Denunciate la loro inettitudine, metteteli di fronte alle loro responsabilità, fateli uscire dall’ombra. La loro debolezza è tale che basta un solo raggio di verità per bruciarli. Ogni riferimento a persone  è fortemente voluto.

MariaBarbara Benfatto