– Sono chiuso da oltre un mese e finalmente posso riaprire. Alzo la saracinesca?
= No, no. Calmo, stai calmino. Devi far “sanificare” il locale.
– Ma scusate, non ci entra nessuno da tre mesi… chi volete che lo abbia infettato?
= Non importa. Va “sanificato”…
– Chi lo sanifica?
= Un’azienda autorizzata e iscritta all’albo. Poi ti rilascia un certificato che devi appendere in un posto visibile dentro il tuo bar e ti consegna le schede dei prodotti che ha usato per sanificare…
– Ok. Poi alzo la saracinesca e comincio a vendere?
= No. Tieni presente che puoi stare aperto dalle 7 alle 14.
– Azz. Il pomeriggio e la sera no?
= No. Ah… guarda che il personale dentro il bar deve avere cappello, mascherina, camice e sovrascarpe.
– Ma se nemmeno in ospedale hanno le soprascarpe. Va beh… poi posso far entrare i clienti e…
= Cosaaaa? I CLIENTI?
– Si.
= Ma sei scemo? I clienti possono solo telefonare e tu gli porti la roba a casa.
– Cioè io faccio sanificare, mi bardo come un operatore dell’ospedale Covid e posso solo fare consegne a domicilio? E solo di mattina? Tutt stu burdell per “Mi portate tre caffè e un cornetto, i caffè con zucchero a parte”?
= Si, è così.
– Ma se è solo per consegne a domicilio perché solo fino alle 14? Lo facevo tutto il giorno, almeno recuperavo un po’…
= No, è pericoloso. Ah, a proposito, guarda che il pomeriggio quando chiudi, ogni giorno, devi sanificare di nuovo.
– E me faccio fa n’atu certificato?
= No. La sera devi solo annotare sul registro chi ha sanificato quel giorno, che attività ha svolto e che prodotti ha usato.
– Ncopp a nu registro? Faccio o registro delle pulizie?
= Esattamente!
– Scusa, esperto: te pozz fa na domanda?
= Sono qui per questo, dimmi.
– A quant’ o mett nu cafè consegnato a domicilio?
= Bah… non saprei…
– T’o dico io: a meno di 20 euro a café io ce vac’ a perdere. Araprite vuje, “esperto”. Aggio capito… me stong a casa.
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