I social si mobilitano per Shamsia Hassani, la prima street artist dell’Afghanistan, che con il suo lavoro si oppone all’oppressione delle donne afgane e attacca frontalmente i tale. “Forse è perché i nostri desideri sono cresciuti in un vaso nero…”, si legge nel post del 15 agosto che accompagna una delle ultime opere, in cui si vede un’ombra di un talebano di fronte a una giovane ragazza con un vaso in mano. Se i suoi post su Instagram sono virali, su twitter sono centinaia le condivisioni delle sue opere da parte di utenti di tutto il mondo. Su un collage dei suoi graffiti ricondiviso decine di volte si legge la scritta “Sono opere di un’artista Afghana, si chiama Shamsia Hassani. Se le facciamo girare, sarà come dare voce a lei ed a tutte le #donneafghane che stanno vivendo l’inferno!”.
Nata in Iran nel 1988, dove i suoi genitori sono emigrati a causa della guerra, Shamsia Hassani è rientrata nel suo paese nel 2005, ha studiato arte all’Università di Kabul, dove è poi divenuta professore associato di scultura, e si dedica alla street art dal 2010. I suoi lavori, con soggetto quasi sempre donne, spesso rappresentate senza la bocca, si rincorrono tra le strade della sua città, dove ora si è nascosta in un luogo sicuro. “Voglio colorare i brutti ricordi della guerra”, ha raccontato Hassani in un’intervista ad Art Radar, “e se coloro questi brutti ricordi, allora cancello la guerra dalla mente delle persone. Voglio rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la sua guerra”.
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