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I CANTASTORIE. La lettera aperta di Nino Naso.

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L’istinto di sopravvivenza accomuna ogni essere umano. Inconsciamente e del tutto involontariamente, ognuno di noi, fa di tutto per sopravvivere. Poi gli uomini possono affrontare i momenti drammatici in modo diverso. C’è chi riesce ad affrontare i momenti cruciali della sua vita a testa alta, con coraggio e forza, difendendo le persone che ama preservandole dalle conseguenze. E chi, invece, tenta di portare nel baratro tutti, come a voler trovare conforto nel coinvolgere chiunque.
Oggi Nino Naso ci dirà che tipo di uomo è.
Se, in sintesi, deciderà di affrontare il processo che lo attende salvaguardando l’immagine ed il decoro della città che dice di amare o se sarà un pavido, trascinando con sé l’intera comunità.
Perché è chiaro che lo scioglimento per mafia del Comune di Paternò è una di quelle ferite che rimangono indelebili per sempre nella storia della città.
Oggi Naso ha la possibilità di evitare tutto questo, non trasformando la conferenza stampa in uno show dove, come ha sempre fatto in questi anni, tenterà di confondere tutti utilizzando la strategia del vittimismo e del complotto.
Sa bene che le dimissioni sono l’unica via possibile per dimostrare amore verso la città, non esiste un’altra via e deve essere lui a decidere come agire.
Ovviamente se non dovesse farlo saranno le altre forze politiche a dover agire al posto suo, ma questa sarebbe comunque una conseguenza alla sua codardia.
Perché, comunque la si pensi e da qualunque parte si sta, è stato il modo di amministrare di Nino Naso che ha portato oggi la città in questa situazione e deve essere lui a tirarla fuori.
Poi potrà difendersi nelle sedi opportune, ma senza distruggere l’immagine di Paternò.

Detto ciò oggi registriamo la lettera aperta del sindaco Naso pubblicata su La Sicilia, a nostro avviso ultronea rispetto alle attese. E la montagna partorì un topolino:

Lettera aperta dove ribadisce che il provvedimento è stato sospeso a seguito del ricorso presentato per la valutazione di legittimità da parte della Suprema Corte. Che vuol dire in pratica, così come ci spiega un avvocato più “avvocato degli altri” che tecnicamente «il tribunale accogliendo la tesi della procura ha confermato gli arresti per il sindaco Naso e rimesso la questione alla Cassazione, a seguito del ricorso che lo stesso ha presentato e che valuterà se nel provvedimento di arresto vi siano elementi di illegittimità formali nel dispositivo, ma che non può entrare nel merito dei fatti così come sono stati accertati». Poi lamenta, Naso, che l’articolo risulterebbe fuorviante in quanto non riporta in modo esaustivo i fatti del 2008 dell’operazione “Padrini”  che ha lambito la giunta Failla, della quale lui stesso ha fatto parte qualche anno prima. Ma che c’azzeccano con lui i fatti di altri e di altra epoca che riguardano vicende diverse? Come dire mal comune mezzo gaudio? Questo l’ennesimo suo autogol che non fa altro che alimentare la letteratura su questa storia infame e che giustamente la stampa riprende riportando le cose al proprio posto. Un attacco alla libertà di stampa? Se così fosse ci sembra molto flebile e fuori luogo. La giornalista Mary Sottile, che lui cerca di attaccare ma non ci riesce, ha scritto la verità in maniera fedele, assieme a moltissime altre testate che si sono occupate del caso, ma che lui non cita ponendo la questione su un mero caso personale. Sarà la sindrome del Cantastorie che produce solo spettacolo, tra tagli di nastri e “canzonette”?