A PiazzaPulita di Corrado Formigli, nella puntata in onda su La7 giovedì 28 maggio, si parla dello scandalo che ha travolto il Csm, a partire dalle intercettazioni di Luca Palamara. Ospite in studio per parlarne ecco Piercamillo Davigo, il magistrato punto di riferimento assoluto per l’universo M5s e per Marco Travaglio, simbolo del più bieco giustizialismo.
E a Davigo escono di bocca frasi sconcertanti. Una, su tutte: “L’errore italiano è stato quello di dire sempre: aspettiamo le sentenze“. Insomma, aspettare le sentenze è un errore: per Davigo si è colpevoli, subito, punto e stop. La giustizia ha sempre ragione. Parole che mettono i brividi.
Davigo, per giustificare la sua intemerata, poi aggiunge: “Se invito a cena il mio vicino di casa e lo vedo uscire con la mia argenteria nelle tasche, non devo aspettare la sentenza della Cassazione per non invitarlo di nuovo”. Un esempio risibile per cercare di smorzare una frase inaccettabile e che, però, esprime perfettamente il suo pensiero.
Dunque, Davigo si produce in altre perle macabre. Per esempio: “In Italia restano tutti al loro posto finché non arrivano i carabinieri a prenderli e a volte anche dopo”. La logica è sempre quella del: tutti colpevoli“.
Non poteva poi mancare il classico: “Io non ho fatto niente e non temo niente”. Benissimo, ma qualcuno ricordi a Davigo che la storia del sistema giudiziario italiano è piena zeppa di storie di persone che “io non ho fatto niente” e invece hanno avuto molto, moltissimo, tutto da temere, bisognerebbe chiedere poi a Piercamillo, come capocorrente quanti ne ha piazzati uomini suoi a capo degli uffici, nell’ambito del suk del CSM?
Giusto per intendersi, il monologo ultra-manettaro di Davigo è stato commentato in diretta su Twitter anche da Selvaggia Lucarelli, la quale sintetizzava: “Secondo Davigo gli indagati/imputati vanno ritenuti colpevoli per prudenza. Che paura”, concludeva.
Guido Crosetto: “Osservo Davigo ogni volta che lo vedo. Non riuscivo a capire cosa lo rendesse così insopportabile. Questa sera l’ho capito: l’arroganza ontologica, quella che solo la consapevolezza dell’impunità e la disponibilità del potere assoluto di vita o di morte sugli uomini, possono dare”.
Maria Teresa Meli: “L’errore italiano è stato quello di dire sempre: aspettiamo le sentenze”. Frase inaccettabile di Piercamillo Davigo, ieri sera, a Piazzapulita. Parliamo di un magistrato che nega lo Stato di diritto, cioè il rispetto del diritto stesso. Una persona pericolosa.
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