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Chi può dire la verità sulla giustizia

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Sia pure nel silenzio imbarazzato e imbarazzante di quasi tutti i giornali qualcosa si muove dentro l’ovattato e misterioso mondo della magistratura, scosso dalle rivelazioni di Luca Palamara.

Ieri la commissione disciplinare del Csm ha disposto la rimozione da procuratore capo di Reggio Emilia e l’allontanamento dalla regione Emilia di Marco Mescolini, il pm messo lì dal «sistema Palamara» e autore di spericolate e insensate inchieste contro esponenti di Forza Italia, prima fra tutte quella che ha innescato il calvario giudiziario di Giovanni Paolo Bernini (importante dirigente del Centrodestra assolto per ben cinque volte), riportata con coraggio alla luce da Nicola Porro nella sua «Quarta Repubblica» di lunedì scorso. (ns.link 👉 🎓 EMERGENZA GIUSTIZIA. ANALISI E TESTIMONIANZE).

Marco Mescolini non è un magistrato qualsiasi, è il prototipo del magistrato allevato dal «sistema» raccontato da Palamara che, ancora oggi, politica e informazione insistono a schivare, probabilmente perché imbarazzate complici. Diventato magistrato, Mescolini si innamora della politica e finisce distaccato, siamo nel 2007, al ministero dell’Economia del secondo governo Prodi. Rientrato in servizio a Parma, con la protezione del «sistema», si scatena contro gli amministratori di centrodestra e protegge – lo ammette oggi il Csm nella sua sentenza di licenziamento – i politici di sinistra (che ricambiano l’attenzione sponsorizzandolo in ogni modo al Csm), ritardando e intralciando le indagini dei colleghi che osano puntare lo sguardo da quella parte.

Quando si dice che la magistratura ha alterato il corso della politica e della democrazia si intende proprio questo. Ci voleva la confessione liberatoria di Palamara per scoprirlo? E quanti Mescolini hanno operato indisturbati in questi anni, usando la giustizia come una clava politica? Basterebbe ricostruire, indagare, ci vorrebbe una commissione d’inchiesta che andasse a fondo. Ma una maggioranza che ha in seno Pd e Leu, cioè i padrini politici di Mescolini, può permettersi di cercare una verità a loro così scomoda? Possono i giornali che per anni hanno tenuto bordone ai tanti Mescolini fare il loro lavoro in libertà e sostituirsi ai pavidi politici? Domande retoriche, perché le risposte sono già scritte: no, non possono. Noi possiamo, e lo faremo.

Alessandro Sallusti

 

qtsicilia@gmail.com