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CATANIA: UNA CITTA’ SENZA SPERANZA?

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di Pietro Ivan Maravigna (già componente C.U.N.(Consiglio Universitario Nazionale)

Una città senza speranza. Ci sono tanti modi in cui un imputato può affrontare un processo. Ovviamente e’ una sua libera scelta e nessuno ne può mettere in dubbio la legittimità. Il professore Basile come noto, da ex rettore del nostro Ateneo, e’ il perno dell‘inchiesta “Università Bandita” che lo vede sul banco degli imputati per gravissimi reati al fianco di numerosi docenti universitari dai nomi altisonanti ed all’ex sindaco di Catania, oramai di casa nelle aule giudiziarie, Enzo Bianco.

Un processo si può affrontare con compostezza, mettendosi al riparo dei riflettori e delle attenzioni mediatiche, facendo bene, nella ordinaria e anonima quotidianità , quel lavoro di professore (si spera ottenuto con regolare concorso) e di medico che la vita lo ha chiamato a svolgere. O si può continuare ad ambire a cariche, a posti di prestigio, ad articoli di giornali compiacenti (di proprietà di imputati di altri processi per reati ancora più gravi). 

Non si rinuncia, insomma, alla visibilità pubblica, alla prima fila. Perché? Per questioni psicologiche perché si è così tanto avvinghiati al potere, anche per genetica familiare come ricorda l’articolo? O per dare un segnale alla “città che conta” che si è ancora in sella e che il proprio potere non e’ stato scalfito. 

E questo sarebbe proprio l’atteggiamento di chi, come acclarato dalle intercettazioni diceva “nella storia di questa città, nell’Universita’ comandano e comanderanno solo alcune famiglie (e la sua ovviamente era tra queste). 

Dal presidente della Regione Musumeci e dal suo assessore Razza vorremmo sapere se la moglie del professore Basile e’ ancora consulente del l’assessorato alla Sanità (qualche malalingua dice che sia stato il Vero assessore, ma non sarà certamente così….) e segretaria provinciale del suo movimento Diventerà’ Bruttissima. 

Così tanto per capire il rapporto tra Musumeci e i poteri forti di questa città. Città’ che non mi pare avere grande prospettiva di salvezza: pochi giorni fa si è tenuta l’udienza preliminare del processo a questi gentiluomini. 

Il nuovo rettore, non mi ricordo neppure come si chiama data la sua autorevolezza accademica, eletto sull’onda del rinnovamento, non si è neppure costituito parte civile. Facendoci temere che l’Universita’ rimanga sempre Bandita. 

Speriamo di essere smentiti come speriamo che il professore Basile e tutti i suoi “illustri” colleghi siano assolti e che la magistratura catanese abbia solo preso un clamoroso abbaglio. E lo speriamo per il bene della città Perché in caso contrario sarebbe insopportabile la valanga di fango che questi “signori” hanno rovesciato su Catania.


qtsicilia@gmail.com