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AVANTI POPOLO ALLA RISCOSSA, BANDIERA ROSSA TRIONFERÀ. Altro che silenzio elettorale.

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Landini fa finta di non vedere il vero volto della piazza di ieri.

Non c’era certamente “l’Italia che vuole cambiare”, ma un’immagine ancorata al passato, di quelli che non hanno saputo evolversi. In quella piazza ci sono i veri nostalgici del “comunismo”, li si vede spuntare tra i palloncini colorati della Triplice sindacale, le bandiere dei partigiani dell’Anpi e i drappi russi, attenzione, non della Russia di Putin, ma della sanguinaria URSS, quella di Stalin, dei gulag, delle purghe per i dissidenti, la bandiera sfondo rosso con falce e martello

Tornano i ricordi, del PCI e dei tempi dell’Ulivo di Romano Prodi. Ci sono  tutti i brontosauri. Da Susanna Camusso, a Pier Luigi Bersani, a Massimo D’Alema, al “Cinese” Sergio Cofferati, proprio quelli rottamati dall’ondata renziana. Tornano, adesso, a sentirsi a casa, a loro agio e a  fare campagna elettorale per Gualtieri (presente anche lui in bella vista), perché una vittoria romana darebbe quell’ossigeno “politico” che manca loro da anni. Questo ha prodotto l’azione violenta di quei “sciamuniti” di FN. Un ritorno al futuro, in una marea rosso-comunista con annesso addio al riformismo. Torna anche il politburo?

“L’Italia siamo noi”, recita un cartellone sbandierato ossessivamente da un manifestante e se questo fosse vero questo si ritornerebbe indietro di qualche decennio, altro che futuro. Si riaprirebbero le uova dei dinosauri.


qtsicilia@gmail.com