«Catania, città policentrica che include ambienti urbani più ampi del suo perimetro amministrativo. Occorre un cambio di paradigma per avviare nuove letture e ridisegnare i piani strategici .. una narrazione dello spazio urbano che diventa territoriale e anche geografica. Come cambia la visione di un luogo e come incide nelle scelte politiche complessive?
Appare utile aprire un dibattito che definisca un organismo più metabolico e poroso, fluido e metamorfico.. la zonizzazione tradizionale è ormai superata. Il lessico, la grammatica e la sintesi della città policentrica di Catania deve essere ridefinita».
Questo scrive l’arch. Francesco Finocchiaro. Affermazione che ci trova assolutamente d’accordo. Catania non è solamente il centro urbano, come dimostra la centrifuga urbana che ha fatto diminuire i residenti del comune di Catania che hanno trovato collocazione nelle città che fanno da corona a Catania (circa 700.000 anime), ma che di fatto si riversano ogni giorno al centro per vari motivi.
Infatti sono oltre trecentomila i cittadini che tutte le mattine arrivano al centro città a bordo di duecentocinquantamila autoveicoli. Ecco il perché abbiamo da tempo intrapreso una inchiesta giornalistica su mobilità e parcheggi, che sono l’esempio più evidente, più plastico, più immediatamente percepibile, per il disagio che una visione così restrittiva provoca in generale, non solo ai cittadini residenti ma anche a quelli metropolitani.
Quello che ci comunica Francesco Finocchiaro entra nella concezione socio-culturale che contesta giustamente l’ottica asfittica dei sedicenti soloni della politica. Non dimentichiamo poi che il sindaco della Città Metropolitana è lo stesso della città di Catania. Va rivoluzionata la visione di città. Andiamo verso la GRANDE CATANIA.