
Nel 2020,, insieme all’allora assessore al randagismo Vito Rau, l’associazione UPA si è impegnata a reperire fondi per la realizzazione di un canile a norma, a costo zero per il Comune.
Tuttavia, invece di accettare questa soluzione, l’amministrazione ha preferito realizzare 10 box in lamiera ,da appena 8 metri quadrati, spendendo ben 24.000 euro di soldi pubblici.
A questi box se ne sono aggiunti altri, costruiti anche loro senza rispettare le normative vigenti.
Il rifugio di via Verga, sin dalla sua inaugurazione, non è mai stato a norma.
Lo ha evidenziato la stessa ASP veterinaria durante un sopralluogo il 15 aprile 2021, segnalando la mancanza di bocchette di acqua potabile e di un impianto di illuminazione adeguato.

Nonostante ciò, il rifugio è stato, di fatto, affidato ad un’associazione, scelta dall’amministrazione, che lo ha gestito per quasi quattro anni.
Oggi, il presidente della stessa associazione sostiene che, nello stesso luogo che gestisce da anni, gli animali non possono essere gestiti in modo decente.
Mi chiedo: si tratta di un’autodenuncia? Perché ci si accorge solo adesso di queste criticità?
Lo stesso presidente, inoltre, sostiene di non avere alcuna convenzione con il comune; con che diritto allora possiede le chiavi della struttura a cui ha avuto accesso fino ad oggi?
La priorità di questa associazione è davvero il benessere degli animali o aveva altri obiettivi che non si sono concretizzati?
In passato ci eravamo proposti per la costruzione, a nostre spese, di 6 box a norma ma siamo stati ignorati dal comune il quale ci aveva fatto sapere di avere già in mano, grazie ad un finanziamento, i soldi per costruire, proprio all’autoparco, un canile comunale.
Che fine ha fatto questo finanziamento? Sparito nel nulla?
Guarda caso, queste criticità emergono proprio ora che, finalmente, c’è un assessore che ha iniziato ad ascoltare tutte le associazioni del territorio.
Non difendiamo questa amministrazione, anzi.
La loro gestione del randagismo è stata disastrosa: hanno premiato gli “amici” e ignorato chi proponeva soluzioni concrete.
Noi, invece, abbiamo sempre lavorato con trasparenza.
Noi volontari dell’UPA siamo stati costretti ad adottare gli animali che seguivamo da anni, per evitare la loro probabile morte in canile.
Tutto nel silenzio delle altre associazioni presenti sul territorio.
Dal 2021 ad oggi, abbiamo speso oltre 30.000 euro in stalli.
Dal 2021, quando i nostri rapporti con il Comune si sono interrotti, il numero di cani nel canile convenzionato è passato da meno di 60 a oltre 120.
Un dato che dovrebbe far riflettere.
Alcuni volontari delle associazioni che collaborano con il Comune lavorano nel canile convenzionato, altre associazioni hanno richiesto, per ogni adozione effettuata, un compenso in denaro.
Questo è tutto fuorché volontariato!
Oggi l’attuale assessore (Francesca Coluccio) “sembra” finalmente voler seguire le regole (anche se ancora, dopo tanti mesi, sono solo parole al vento, è il festival dell’inadeguatezza), ecco perché, chiamati in causa, abbiamo portato avanti delle proposte, TUTTE GRATUITE, tra cui:
• La disponibilità a gestire turni ma solo in eventuali strutture a norma che il Comune potrà mettere a disposizione.
• Il proseguimento delle sterilizzazioni, con un’attenzione particolare ai gatti randagi, gli ultimi tra gli ultimi a cui ci siamo dedicati negli ultimi anni.
• La formazione dei volontari con corsi tenuti da professionisti, perché troppi operano senza le minime conoscenze etologiche, causando danni seri agli animali.
• Un software che ho personalmente realizzato per un’azienda del settore, offerto gratuitamente al Comune di Paternò per censire i cani e incentivarne l’ adozione.
• Portare avanti progetti di sensibilizzazione nelle scuole, per educare i più giovani al rispetto degli animali e alla lotta contro il randagismo.
Staremo a vedere come l’attuale assessore riuscirà a gestire il problema (chi di speranza vive, disperato muore). La nostra risposta dipenderà da questo.
Vogliamo una gestione etica e responsabile del fenomeno randagismo.
Non possiamo accettare che si continui con le solite logiche di favoritismi e sprechi.
L’obiettivo deve essere il benessere degli animali, non gli interessi di pochi.
di Giuseppe Panassidi
