È diventato un caso nazionale tra minacce, bugie, il tentativo di accreditare l’ipotesi di un intervento di un’entità non meglio definita che ha registrato il colloquio (forse la Spectre?). Sul caso interviene Gabriele Gurgone.
La verità è che erano solo in tre presenti e uno dei tre presenti ha avuto l’idea dolosa di registrare il dialogo, ci chiediamo per quale scopo infame? Per poi darlo a qualcuno che non ha avuto remore a diffonderlo a migliaia di persone, tramite chiavette, tramite chat WhatsApp, insomma con ogni mezzo possibile. Certo nell’audio, al di là di chi si arrampica sugli specchi, vi possono essere aspetti che potrebbero essere valutate come presunti reati (?).
Si tratta di un dialogo intercorso da personaggi pubblici per cui la privacy non può esistere, non si tratta di questioni personali e private, ma si parla di programmazione politica, quale la nomina di assessori, di ricerca di posti di lavoro, per l’interlocutore del sindaco presente e/o per altri da sistemare in una impresa che si è aggiudicata la costruzione di un’opera pubblica, sulla quale impresa il sindaco Buttò promette alla Ranno, suo futuro assessore, di fare il possibile, ovvero l’impossibile, per “sistemare” il caso di una famiglia che ha alcuni componenti in carcere, pare parenti di qualcuno dei presenti.
Insomma sono pubblici ufficiali che discutono di questione pubbliche o di pressioni eventuali su ditte che lavorano col comune. L’interesse pubblico della notizia, sia essa telematica o meno, è inderogabile. “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” e noi questo facciamo.
