Gli Archi della Marina non si toccano: è il coro che si leva dalla pescheria, cuore del popolo catanese. L’ipotesi della demolizione anche solo parziale del viadotto ferroviario, divenuto simbolo della città, non convince alcuni, anche molti. Nemmeno per far spazio a un progetto di riqualificazione urbana che andrebbe al passo con il nuovo piano regolatore per il porto.
Un progetto ancora tutto da decidere. E poi anche da far votare ai cittadini, assicura il sindaco Enrico Trantino
Il progetto è imponente – un miliardo e duecento mila euro il costo degli interventi ancora da finanziare – per rimodernare il porto, liberarlo dai container e realizzare una nuova stazione marittima per passeggeri, turisti e cittadini.
Sono cambiamenti che spaventano? Oppure un esercizio per alimentare il dibattito sterile? Potrebbe essere l’amore dei catanesi per il loro monumento dalla memoria storica, che qualcuno considera come il Colosseo per Roma.
Ma Trantino rassicura: “Nessuno vuole demolirli”. Chiarisce così la questione: il destino degli archi della Marina, struttura storica che attraversa parte della città, del centro storico e che rappresenta, per molti cittadini, un simbolo del patrimonio architettonico locale.
Negli ultimi tempi, sono emerse voci e speculazioni circa l’abbattimento degli archi nell’ambito del progetto di riqualificazione urbana, suscitando un ampio dibattito pubblico e preoccupazioni tra i cittadini e le associazioni culturali. Tuttavia, Trantino ha voluto dissipare ogni dubbio, dichiarando con fermezza di non aver mai sostenuto l’idea di demolire gli Archi della Marina. Anzi, il sindaco ha spiegato che il futuro degli Archi sarà deciso in modo ponderato e trasparente, attraverso uno studio approfondito, che coinvolgerà esperti di fama internazionale. Questi specialisti saranno chiamati a valutare attentamente l’impatto storico, culturale e urbanistico della struttura, tenendo conto delle esigenze della città e del suo sviluppo sostenibile.
Ciò che stiamo notando è che oggi tutto si trasforma in una contrapposizione ideologica-strumentale, come confine delle conventicole politiche di destra o sinistra, per segnare, insomma, il territorio, proprio come le pipì dei cani, per captare quelli che sono contrari o favorevoli, prescindendo dall’analisi socio-economica e da un ragionamento complessivo una dismessa ed interrata la linea ferroviaria. Gli “Archi” potrebbero rappresentare il luogo straordinario per una passeggiata, per cittadini, crocieristi e turisti in genere, che potrebbe dare una vista nuova e particolare della città, per i passeggiatori che volessero raggiungere il centro città e piazza Duomo.