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L’ESEGESI DEL J’ACCUSE DI VIRGOLINI, ORA VI SPIEGO I TRE PASSAGGI CHIAVE

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Grandissimo clamore ha suscitato l’intervista di Alfio Virgolini, che rompe il silenzio di Fratelli d’Italia, abbiamo ricevuto migliaia di messaggi in privato di chi condivide ma non si vuole esporre, per capire meglio. Virgolini lancia, tra l’altro, alcuni temi sensibili che vogliamo sottolineare cercando di spiegare in maniera chiara l’impalcatura dell’intervista con le tre fasi chiave:

  1. «Chi vive nell’illegalità ha voluto nominare un assessore alla legalità» chiaro riferimento al sindaco sottoposto alle indagini per voto di scambio politico-mafioso e che ha sentito l’esigenza proprio il giorno dopo del terremoto giudiziario di nominare un assessore alla legalità e alla trasparenza Una catarsi? Più che altro un vernissage di una mostra d’arte, non una giunta!
  2. «Per parlare l’assessore in questo modo vuol dire che avrà verificato qualcosa che non va […] quello che ha detto lui è assai grave e sono convinto che questo merita essere attenzionato dalla magistratura, Fratelli d’Italia si riserva di presentare una missiva contro ignoti alla Procura». Giacché l’amministrazione comunale si trincera dietro il “silenzio degli indecenti” e diffonde solo spot propagandistici, ai consiglieri comunali non rimane che rivolgersi all’autorità giudiziaria, giacché hanno appreso una probabile notizia criminis ed essendo loro in quella sede pubblici ufficiali hanno il dovere della denuncia ai sensi e per gli effetti dell’art. 331 del c.c.p.
  3. «Non credo si debba dare questo potere ai funzionari e se si dà tutto questo potere ai funzionari significa che si ha paura dei funzionari e perché hanno paura?». L’interpretazione che ci si azzarda ad affermare è che vi sia un possibile ricatto agli amministratori? Anche perché l’assessore Torrisi afferma che “non è possibile che i rapporti fra l’amministrazione comunale e i funzionari siano impostati sul volemose bene”. Ho detto tutto direbbe Peppino De Filippo.