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DISINFESTA LA TUA CITTÀ

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Una città sospesa tra la pseudo-consapevolezza del presente e la paura del futuro. Il tema psico-clinico e umano dello smarrimento del naufragio. “C’è qualcosa? Dimmi, che cosa c’è?” E’, questa, l’ultima e inquie­tante domanda di chi sente il proprio mondo svanire: in un’atmosfera, sospesa, ma satura di significati, per chi sa leggere, presaga di una schizofrenia diffusa, che sgretola ogni certezza e inonda lo sguardo di ignoto.
Con le cartografie fenomenologiche del clinico_analista che ha segnato i sentieri per questi ‘inquieta limina’ tra l’essere, il non-essere e il nulla, è il senso originario di quell’angosciante domanda che varca la soglia interdetta tra il delirio quotidiano e il mondo che sarà, disperdendosi in una terra di nebbia: di questo non-luogo è l’incontro con gli uomini, di ieri, i nasisti ormai considerati tali, gli eunuchi di oggi, cercando un approdo umano, se trovato, che possa interpretare il rinascimento cittadino.
Le presenze perplesse di oggi, che attendono un segnale “divino”, nel loro intimo e dei nuovi governanti, inaspettati, che oggi disperatamente cercano di far transitare il nasismo senza Naso, verso un disegno da vendere al popolo bue, che possa rappresentare un equilibrio per domani. Ma vagano anch’essi, straniti, in una vigilia senza tempo, aspettando la tempesta che verrà. E’ Il tema, come detto, clinico e umano dello smarrimento del naufragio, di chi, tra la perduta realtà e il non-ancora del folle pensiero, chiede luce dall’ombra che risuona, oltre le nasografie bio-psico-sociali, come cifra enigmatica di quella “conditio humana” che, tra la legge del giorno e passione per la notte, oscura e imperscrutabile, è sempre pericolosamente attratta dalla vertigine della propria sicumera, in un mondo sospeso fra l’onirico e la realtà.