La spunta Alberto Samonà per il ruolo di assessore regionale della Lega
ai BB.CC. E’ Matteo Salvini ad indicarlo a Nello Musumeci, il nome gradito
al gruppo parlamentare della Lega all’Ars e anche al deputato nazionale
Nino Minardo, che ha la golden share siciliana del partito di Salvini.
Anche Pietrangelo Buttafuoco comunica direttamente a Salvini il proprio gradimento sul giornalista palermitano, come “migliore soluzione possibile” per questa delega.
Matteo Francilia e Fabio Cantarella erano i nomi più accreditati alla
nomina di assessore fino a qualche ora fa, ma che sono state corrose
per motivi diversi. Chi in conclave entra Papa, ne esce cardinale.
Il sindaco di Furci Siculo, prima scelta del commissario regionale Stefano Candiani, non aveva il placet del gruppo parlamentare dell’Ars, saldamente in mano a Minardo, per i suoi trascorsi nel campo del centrosinistra. Ricordiamo che fu candidato, nel 2013 nella lista Scelta Civica di Monti e alle regionali 2107 con Alleanza Popolare, nella coalizione a sostegno del dem Fabrizio Micari, avversario proprio di Nello Musumeci.
Proprio per questo da ieri le quotazioni di Fabio Cantarella, assessore
comunale ai Rifiuti a Catania, sul quale puntava Salvini, erano in forte
rialzo.
Infatti, da indiscrezioni trapelate stamane, da Palazzo degli Elefanti,
sarebbe stato lo stesso Cantarella a comunicare a chi di dovere le
imminenti dimissioni dal ruolo di assessore comunale, per la propria
nomina alla Regione.
Nomina che così premiava, non solo la «fedeltà» di uno dei leghisti della
prima ora, ma poteva essere un risarcimento, per la mancata promessa
dello stesso leader maximo, per la mancata candidatura alle elezioni
politiche nazionali 2013 dove gli fu preferito Angelo Attaguile.
Promessa poi riversata nella candidatura alle elezioni europee.
Ma anche qua nessuna compensazione per la mancata promessa, perché
Cantarella viene tagliato per far posto a Francesca Donato, catapultata in
Sicilia l’ultimo giorno. Ma come si dice non c’è due senza tre. E il terzo
taglio arriva oggi con la mancata nomina ad assessore regionale.
Alcune indiscrezioni, palesi e non recondite, le fornisce Mario Barresi
sul sito on line de La Sicilia: «Ma contro Cantarella s’è abbattuto – come
avvenuto per Francilia – un fuoco amico nel sottobosco degli equilibri
interni del partito. Non in cima alla lista del segretario Candiani, non
digerito dai deputati regionali e con qualche perplessità diffusa anche fra
i parlamentari nazionali. Un mix di gelosia e di critica sull’inopportunità
geopolitica. “Ma che senso ha il sesto assessore catanese nella giunta
Musumeci?”, è una delle controdeduzioni che si diffondono in mattinata.
E che fanno breccia anche a Palazzo d’Orléans, dove Musumeci, oltre a
doversi difendere dalle bordate di chi gli contesta la consegna
dell’assessorato all’Identità siciliana ai Leghisti, sarebbe stato messo pure
in imbarazzo dall’ulteriore catania centricità della sua squadra di governo.
Argomenti, tutti questi messi assieme, che hanno convinto Salvini a
mollare Cantarella, che resta comunque in cima ai pensieri del leader
(un seggio alle Politiche alla prossima tornata utile), ma che vede sfumare
proprio al fotofinish l’assessorato».
Hodie certa, incerta futuri. Oggi c’è la promessa di una candidatura del sacrificato perenne al prossimo giro elettorale? Chissà, potrebbe spuntare un altro Angelo Attaguile come nel 2018, ovvero un’altra Francesca Donato come nel 2019 oppure un Samonà come oggi, a sbarrare la strada e infrangere i sogni del “fedele” Fabio Cantarella, che così farebbe quadrella.
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