Sarà sospetta l’operazione, ma pure la tempistica non scherza. Matteo Renzi appena mercoledì scorso, intervenendo in Senato sulla riforma Cartabia, aveva pronunciato «uno degli interventi più difficili» della sua vita politica, mettendo nel mirino lo strapotere della giustizia e il suo uso politico. Circa due mesi prima, a metà luglio, il senatore di Italia Viva aveva saputo di essere indagato, insieme al manager dei vip Lucio Presta, per finanziamento illecito e false fatturazioni, relativamente al compenso percepito per il documentario «Firenze secondo me» con bonifici che, per gli inquirenti, sarebbero appunto in realtà un finanziamento, illecito, alla politica. E ora, quattro giorni dopo quelle dichiarazioni nell’Aula di Palazzo Madama, ecco la relazione degli ispettori di Bankitalia che, rivela il Corriere della Sera, lo scorso 25 agosto hanno segnalato alle fiamme gialle come «operazioni sospette» alcune movimentazioni sui conti di Presta, che poco prima che si sapesse dell’indagine avrebbe trasferito le sue quote nella società Arcobaleno Tre (che ha prodotto il documentario di Renzi) a una commercialista, Laura Aguzzi, che avrebbe poi, a inizio luglio, movimentato un conto che risultava dormiente da quasi quattro anni, con gli 007 della Banca d’Italia che nella loro relazione, citata dal Corriere, non mancano di rimarcare esplicitamente «la coincidenza temporale con le notizie di stampa che vedono Presta indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni per aver elargito a Matteo Renzi una somma rilevante per il tramite della società stessa».
Insomma, se a luglio Renzi, respingendo al mittente le accuse di finanziamento illecito, aveva assicurato di non aver paura di «qualche velato avvertimento» comunicato «via stampa in un determinato giorno», ora può aggiungere un altro «memo», anche se indiretto e via Bankitalia, dalla tempistica quanto meno sospetta. Un avviso che piove nella stessa settimana in cui il leader di Iv si era tolto più di un sassolino dalle scarpe quanto al suo rapporto con la giustizia e sul «malfunzionamento» di quest’ultima, citando tra l’altro, in Aula, l’aver preso «due avvisi di garanzia» subito dopo aver detto «che c’era una procura che stava oltrepassando i limiti dell’azione giudiziaria».
Massimo Malpica
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