Si sprecano le analisi sul voto di ballottaggio da destra e si sentono surreali spiegazioni del successo della sinistra, affermando che è colpa dell’alto tasso di astensionismo.
Nessuno affronta col coraggio della verità il tema che è della infima qualità dell’offerta politica messa in campo dalla destra.
La sinistra ha successo anche quando la destra si illude di vincere solo grazie ai sondaggi favorevoli e si presenta con una scarsa classe dirigente. A partire dai sedicenti leader che alcuni definiscono pesciaiola e urlatore.
Credeta davvero che Meloni o Salvini possono presiedere un governo? E che la truppa di mediocri (per essere buoni e tranne alcuni) di contorno possa governare veramente l’Italia?
È stata persa Roma e una grande opportunità per marcare un’identità moderna, democratica e costituzionale della destra, disinnescando così, tra l’altro, ogni possibile strumentalizzazione, che c’è stata, definendoli fascisti, della sinistra, proprio grazie all’insipienza loro.
Come, altro vulnus, hanno enfatizzato la protesta dei no-vax, non percependo che la maggioranza del paese la pensa diversamente. Come non apprezzare Berlusconi, e quanto manca, Letta l’ha capito loro no, che dice: “Eroe è chi blocca il treno per Auschwitz e non chi blocca un porto”. Come sempre capisce il clima prima degli altri.
Quindi se la proposta politica è scadente i risultati sono consequenziali.
Se avessi votato a Roma avrei votato Gualtieri, pur considerandomi avverso al PD e a questa sinistra a 5S, piuttosto che un’istrione, scelto per convenienza (ma de che?) e appartenenza, tra i “quisque de populo” della cd chimerica società civile e non tra i migliori, ammesso che ci fossero.
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