Connect with us

L’ITALIA D’OGGI E NESSUNO SI SENTA ESENTE

Pubblicato

il

Un metodo “giornalistico” che non conosce precedenti o quasi. Il Fatto Quotidiano, sull’edizione odierna, ha pubblicato l’estratto conto privato dell’ex premier ed attuale leader d’Italia Viva Matteo Renzi.

Che la sinistra giustizialista non avesse troppe remore e non si facesse troppi problemi in circostanze come questa era già chiaro ai più. Ma questa volta sembra essere stato stato oltrepassato un confine. E c’è già chi ritiene che certa commistione tra giornalismo e giustizialismo assomigli ormai ad una fusione completa.

E questo perché la tendenza sembra essere quella di scavalcare le tecniche esistenti, sfociando in novità, aiutando l’inquisizione con l’incitamento popolare per la ghigliottina subito. Questo desta preoccupazione in ambienti politici e non. Sul giornale diretto da Marco Travaglio, del resto, non sono state pubblicate informazioni parziali e relative a possibili indagini, bensì un vero e proprio focus complessivo su una situazione patrimoniale privatistica. La questione interessa anche l’ambito giudiziario. Se non altro perché il documento sarebbe fuoriuscito da una Procura.

L’on. Costa: “La procura acquisisce l’estratto conto bancario privato di Renzi, che magicamente finisce pubblicato, voce per voce, sul Fatto. Un atto istruttorio utilizzato per gossip giornalistico. Purtroppo – ha aggiunto – le sanzioni per questa violazione sono ridicole e tutti se ne fregano”. 

Guido Crosetto: “Su Il Fatto trovate pubblicato, uscito illegalmente dagli atti istruttori della Procura, l’estratto conto privato di @matteorenzi . Prossimamente magari quello della sua carta di credito o di quella della moglie. Poi, perché no, l’elenco dei siti web visitati. E le foto in bagno”.

Monta dunque la preoccupazione per una metodologia che oggi colpisce Matteo Renzi ma che domani può colpire il cittadino “Mario Rossi” e chiunque altro.

Costa specifica che sembra persistere una “tecnica d’inserimento di atti d’indagine assolutamente inutili”. Una “tecnica” che servirebbe allo “sbandiaramento esterno” ed al “rafforzamento mediatico” dell’indagine. Qualcosa che passa dal “calderone degli atti delle indagini preliminari”. Quello in cui, questioni rilevanti e meno rilevanti, si mischierebbero, finendo tuttavia senza troppi distinguo, e in taluni casi, su alcuni quotidiani. Il parlamentare collega il tutto al macrotema della presunzione d’innocenza: pure in questo caso si combatte l’eterna battaglia tra il garantismo ed il giustizialismo.

Il problema, dice l’esponente di Azione, è il presunto collegamento “tra le procure che vogliono rafforzare le indagini ed i giornali. 



fonte: Il Giornale

qtsicilia@gmail.com