Tra 24 ore si riuniscono le Regioni. Tutti guardano al flash survey che ci dirà nelle prossime ore la verità sull’impatto di Omicron in Italia.
All’orizzonte il Paese vede il rischio della zona arancione e con l’avanzata di Omicron già da gennaio si ipotizzano nuovi scenari sull’utilizzo del certificato verde.
“Il Green pass ha la validità che sappiamo, ma tra un mese potrebbe essere ripensato. Se la Omicron buca il vaccino significa che è completamente un altro virus. Adesso questo Green pass ha un senso ma con un’altra variante completamente diversa le cose possono cambiare”, riflette Guido Rasi, consulente scientifico del Commissario straordinario per l’emergenza Covid.
La prossima settimana, dopo la cabina di regia e il Cdm previsti il 23 dicembre, potrebbe arrivare dal governo il via libera alle nuove misure annunciate: dai tamponi per tutti coloro che partecipano ad eventi pubblici – dunque anche laddove dovesse essere possibile organizzare veglioni – alle mascherine all’aperto fino all’accorciamento della durata del certificato verde. Con la concreta possibilità che passi l’ipotesi di estendere l’obbligo del lasciapassare rinforzato, e dunque del vaccino, anche ad altri ambienti lavorativi, come già avviene per sanitari, forze dell’ordine e insegnanti.
Guido Rasi, consulente scientifico del generale Figliuolo, ammette che l’assegnazione della zona arancione per alcuni territori ormai è solo questione di settimane. “Ci stiamo avvicinando, perché continua ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri”, per questo ”è fondamentale dunque fare subito le terze dosi. I vaccini ci sono e la campagna sta procedendo bene ma è una corsa contro il tempo”. Alcune variabili sono però ancora un’incognita. Se la mutazione Delta del virus è “in qualche modo sotto controllo con le terze dosi”, adesso “Omicron potrebbe sparigliare completamente le carte”, avverte Rasi. L’unica vera arma a disposizione contro la nuova variante, che in Gran Bretagna e altri Paesi europei ormai dilaga, resta il monitoraggio delle sue mutazioni attraverso il tracciamento e il supporto degli appositi istituti di analisi.
“Più fondi per la lotta alla pandemia e più personale per potenziare il tracciamento dei contagi e il sequenziamento, alla ricerca di varianti”. Con il numero di contagi ai livelli massimi, è difficile rintracciare i contatti dei positivi e Omicron potrebbe mettere in crisi l’equilibrio che ha assicurato mesi di relativa tranquillità. Domani i governatori si riunisco per la Conferenza delle Regioni, poi vedranno la ministra Mariastella Gelmini, e sul tavolo ci sarà la richiesta di un aiuto, anche da parte dell’esercito, per effettuare i tamponi e isolare le varianti.Nuovi risultati sono attesi nelle prossime ore, quando scatterà la ‘flash survey’ annunciata dal ministero della Salute: saranno passati sotto la lente degli esperti un numero di campioni statisticamente significativo raccolti in 24 ore e non è escluso che l’Italia possa ritrovarsi percentuali di Omicron molto più alte tra i numeri dei contagi, che in generale nell’ultimo bollettino si attestano a 24.259 nuovi positivi e 97 vittime (tasso al 4,3%). L’obiettivo è aumentare il sequenziamento del virus in “modo sostanziale”. Tuttavia, soltanto 70 laboratori contribuiscono alla piattaforma che l’Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione. “E 70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi”, riflette Rasi, per il quale “si raccolgono pochi dati e lentamente. Rischiamo di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti”.
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