A tutto c’è un limite e così la Meloni ha risposto per le rime: “Trovo abbastanza surreale che certa stampa inventi di sana pianta miei virgolettati, pubblicando ricostruzioni del tutto arbitrarie. Si mettano l’anima in pace: il centrodestra unito ha vinto le elezioni ed è pronto a governare. Basta mistificazioni”. Basta anche invasioni di campo ad orologeria, da qualsiasi parte provengano.
Dopo che tutti hanno tentato di demonizzare il centrodestra, come se il governo del Paese fosse per la Sinistra “cosa loro”, adesso il focus, di questi, si sposta sul dividere gli alleati che hanno stravinto le elezioni.
Non ci riusciranno per una ragione semplicissima. Giorgia Meloni, ante litteram, ha dato prova di essere leader. Al momento della suddivisione dei collegi, non ha tenuto conto dell’algoritmo Calderoli che avrebbe portato ad una maggiore presenza di FdI, cedendo proprie posizioni agli alleati moderati e oltre. Questo vuol dire leadership.
Anche i sussurri dei nomi da proporre come ministri. Su tutti quello di Carlo Nordio per la giustizia, già magistrato, garantista e conoscitore del pianeta giudiziario come nessuno. Ma pure quello di Tajani, già presidente del Parlamento Europeo e vice-presidente del Partito Popolare Europeo, agli Esteri e all’Europa, denotano scelte precise e autorevoli che danno segnali inequivocabili verso dove si va. A questo si aggiunge la farcitura nelle liste di Fratelli d’Italia di personaggi, non certo di destra-destra, fra tutti, Rotondi e Fitto (già democristiani), che sottolinea l’apertura del partito in chiave Conservatori Europei dei quali la Meloni è presidente.
Detto ciò andiamo adesso ad esaminare ciò che è accaduto a Catania, dove FdI ha avuto un successo e un sensibile rinnovamento non solo anagrafico, ma anche di equilibri politici, tra il passato e il futuro.
Il triangolo Messina – Ciancitto – Galvagno e l’indubbio successo di consensi per questi, è emblematico per capire dove si va. Manlio Messina, nel proporzionale alla Camera dei deputati, guida la vittoria della coalizione con 161.000 voti e Francesco Ciancitto nell’uninominale con 90.000 voti.
Ma l’affermazione più significativa, perché più faticosa, è stata quella di Gaetano Galvagno che ha raccolto ben 14.000 preferenze, quattordicimila persone che hanno scritto sulla scheda elettorale il suo nome. Risultando tra l’altro il più “preferito” tra i candidati di FdI in tutta la Sicilia. E non è poco!
Un elettorato, quello dei meloniani, che così ha dato un enorme segnale di rinnovamento, scegliendo il futuro e dando un preciso segnale che non si può non raccogliere.
Ma su questo ritorneremo con dovizia di particolari. In un’analisi puntigliosa, analizzando e descrivendo i retroscena inediti che non sono pubblici, ma che stanno dietro l’angolo, per un’onesta e doverosa informazione ai cittadini del territorio.
That’s all folks, a dopo.
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