Un vampiro di lungo corso, profondissimo conoscitore della politica romana e soprattutto siciliana, più volte deputato regionale, eletto da due legislature al parlamento nazionale fuori dall’Isola, pur essendo siciliano doc. Ha accettato, da oggi, a farci da commentatore sapiente, delle vicende, dei retroscena, di ciò che succede nei palazzi del potere, fatti che non sono pubblici, analizzando e sviscerando i futuribili eventi. Un insidenews-man insomma. Naturalmente sotto copertura.
C’è stata una congiunzione astrale unica. Il centrodestra vince a Roma e in Sicilia, con maggioranze notevoli. Ma qualcosa traballa, per vezzi personalistici?
Lo chiamerei fattore B. contagioso anche per la Sicilia. Il cav. non è quello di una volta. Ha perso la centralità e questo lo fa impazzire. Giorgia Meloni fa bene a tenere la barra dritta, non si può sbagliare in una situazione critica per il Paese.
In Sicilia anche vi sono fibrillazioni?
Il guastatore Miccichè. È chiaro che per il luogotenente azzurro dopo anni di predominio assoluto, per ben due volte presidente dell’ARS, non può essere soggetto a scelte altrui e Schifani non è proprio un suo “amico” e gode anch’esso di un prestigio personale presso il capo. Quindi per Gianfranco tanto peggio tanto meglio. Con De Luca di scorta. Ovvero è proprio lui la scorta di Cateno, per il quale, come scritto anche da voi, la banda bassotti, così definito da lui l’assetto del potere siciliano, scompare improvvisamente. Ma Miccichè è troppo intelligente per fare una cosa simile. L’atteggiamento avrebbe infatti degli effetti disastrosi sulla tenuta della maggioranza e andrebbe contro la consuetudine, nel senso che Forza Italia ha già il presidente di Palermo e con le richieste di FdI, sempre più orientati sul nome del paternese Gaetano Galvagno, molto apprezzato dal presidente del Senato Ignazio La Russa.
Quindi un centrodestra impantanato?
Dopo le vittorie eclatanti non possono sbagliare. La politica è cambiata. Devono fare tutto e bene. Dare spazio alla meritocrazia, alla qualità personale e rispettare, in Sicilia, chi ha avuto il consenso popolare e che deve rappresentare le istituzioni. L’alternativa è sparire. Le schermaglie per le poltrone sono naturali, accade in tutto il mondo, l’importante è non esagerare e non tralasciare le indicazioni che hanno dato gli elettori. Di questo ne riparleremo tra qualche giorno.
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