“Dobbiamo esprimere il candidato sindaco per Catania, perché abbiamo nel nostro curriculum una storia che ci legittima, se non come protagonisti, solo perché non abbiamo più l’età, come ispiratori di una linea politica per una grande Catania”.
Raffaele Lombardo non le manda a dire. È a fianco del nipote e deputato regionale Giuseppe Lombardo, l’altro deputato regionale Giuseppe Castiglione, l’ex parlamentare Pippo Compagnone, il presidente del Consiglio Comunale di Catania Seby Anastasi e numerosi tra sindaci e consiglieri dei comuni della provincia. “È tutto fermo. Avevamo pensato ad una soluzione di ampio respiro per il Corso Martiri della Libertà ma oggi vediamo solo qualche aiuola. Del Piano di sviluppo della Playa, il Pua, non si è visto assolutamente nulla di nulla. E per il traffico e la viabilità, si abbia il coraggio di riprendere il piano dei parcheggi, alla luce del sole e con grande trasparenza. Questi e altri grandi progetti servono alla città e non la nomina di questa o quell’altra persona solo per accrescere il proprio bacino elettorale”.
“Dobbiamo determinare – continua – una svolta per la guida della nostra Catania. Bisogna eleggere un sindaco autorevole, capace, votato al bene e allo sviluppo della comunità. In possesso di una visione di lungo termine, di una strategia cui orientare risorse umane e finanziarie. E non dedito solo alla quotidiana, banalissima e ordinaria amministrazione. Abbiamo letto in questi giorni di alcune persone che sarebbero pronte a candidarsi. Il MPA ha nove consiglieri comunali su 36, cioè il 25% del Consiglio Comunale. Seby Anastasi è stato eletto presidente del Consiglio al posto di Giuseppe Castiglione con 35 voti su 35 presenti. Quindi voti che sono arrivati da sinistra, destra e dal centro, peraltro a scrutinio segreto. Esiste una simpatia e una aspettativa nei confronti del nostro Movimento che non possiamo deludere”.
E sulla vicenda Pubbliservizi: “Avevamo pensato, diciotto anni fa, ad una società con circa 400 dipendenti, una società che assicurava lavoro e dignità. L’hanno distrutta fino a portarla al fallimento. Il commissario, che è anche Commissario dell’ex provincia adesso Città metropolitana, deve trovare una soluzione. O non ha senso che svolga questo ruolo. Si adoperi, non perda tempo. È un problema che riguarda la vita di oltre 300 famiglie e deve essere risolto. La Pubbliservizi era un gioiello di efficienza e produttività”…fino ai commissariamenti.
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