Il dirigente regionale Giovanni Perino accusato di immissione, nell’ottobre del 2019, di scarichi industriali nel corpo recettore dell’impianto di depurazione dell’ex consorzio Asi nonché nell’alveo del torrente Larderia, è stato assolto per non avere commesso il fatto dal gup del Tribunale di Messina. Il dirigente ricopriva la carica di commissario ad acta dell’Irsap su mandato dell’allora ‘assessore regionale alle Attività produttive. Perino attraverso il suo difensore, l’avvocato Pietro Ivan Maravigna, avevano respinto gli addebiti sin dalla fase delle indagini preliminari. Per l’avvocato Maravigna “già da subito appariva evidente l’inesistenza di una posizione di garanzia” di Perino ranche perché non era stato provato alcun nesso tra il mancato funzionamento dell’impianto di depurazione e lo sversamento di reflui nel torrente. Ino0ltre “ciò che è stato fatto passare per scarico industriale altro non erano che acque bianche specificatamente previste dalla tabella 3 allegata al codice dell’ambiente”, aggiunge il legale.
Questi i fatti attinenti alla giustizia. Ma ricordiamo che su questa vicenda vi era stata una speculazione politica da parte dell’amministrazione Cateno De Luca, “La magistratura ha premiato il nostro lavoro”, allorquando nel 2019 erano stati posti i sigilli dal nucleo Tutela del territorio della Polizia Municipale. Il Comune aveva denunciato lo sversamento dei liquami nel torrente di Larderia ed emesso l’ordinanza sindacale. “Il provvedimento cautelare di questa mattina – precisava l’ass. Musolino, oggi senatrice – che in alcun modo coinvolge l’amministrazione comunale, dunque costituisce una conferma che in un territorio abbandonato da troppi anni all’incuria ed a forme di inquinamento estese, la corretta e tempestiva applicazione dei poteri di cautela e di tutela ambientale, esercitati con tempestività e con fermezza dal sindaco De Luca, costituiscono gli strumenti per recuperare finalmente un territorio bellissimo che è stato deturpato per troppo tempo nella indifferenza generale”. Poi le campagne elettorali finiscono e la giustizia, a volte, mette le cose a posto.
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