PATERNÒ TODO TODO NADA NADA
Nelle quattro parole del titolo abbiamo riassunto tutto. Ma si sa, quando il brodo risulta salato si fa di tutto per allungarlo e renderlo appetibile. E mutuando la dottrina della chiesa cattolica, possiamo definire la questione così, ci troviamo nel limbo e non sappiamo se andremo in paradiso o all’inferno.
Opposizione c’è, opposizione non c’è e il disorientamento attanagliò le menti dei politicanti della della città.
Certamente l’applicazione concreta della pacificazione nel centro-destra cittadino non appare cosa semplicissima per le contrapposte “fazioni” che circa un anno fa si diedero battaglia senza esclusione di colpi, quasi una guerra civile. Ma inutile ricordare che le campagne elettorali e le loro scorie non possono durare sempre e per sempre e il “magic moment” che vive oggi Paternò, per il rilievo istituzionale sovracomunale, difficilmente tra un lustro potrà ripetersi.
Alle rappresentazioni plastiche, nelle varie occasioni, con la presenza sorridente dei personaggi di primissimo piano, nel panorama nazionale e regionale, che sottolineano una certa ritrovata concordia segue un silenzio assordante che urla. che lascia perplessi. Chi siamo? Dove andiamo?
Sappiamo bene che nell’arte dell’alta cucina avere i tempi giusti di cottura è un fattore fondamentale per la buona riuscita, ma qui il cuoco Naso ancora “nan metti pignata” ovvero la pentola è già sopra il fuoco ma gli ingredienti non ci sono tutti e il pranzo della festa rimandato.
E si, i malpancisti nasiani, miopi, sono ancora abituati alla gestione assoluta dell’amministrazione e difficilmente risulterebbero felici per una simile conclusione, sapendo che il potere personale si assomiglierebbe notevolmente. Posti, deleghe, prebende, sono questi i nodi fondamentali per una politica esclusivamente “personalistica” a cui guardano. Non solo, ma anche per la prospettiva futura. Possibilmente, qualcuno afferma, si vedrebbe così sfumare una successione “fatta in casa loro”, ignorando che non tutte le ciambelle riescono con il buco. E la politica è confronto, ma loro non sono abituati a ciò. C’è poi un cerchio magico nascosto, influente, che dopo la vittoria era convinto che tutto il mondo era loro, che preme affinché questo accordo salti, ma nel contempo “si strica” con i potenti, non si sa mai, “oggi domani un concorso”.
Dall’altro lato, con qualche irrilevante dissenso silente, sono tutti attorno alla leadership locale e guardano oltre. Guardano al bene comune di una collettività che negli anni ha perso prestigio. Guardano anche alla sintesi e perché no, di una coalizione che oggi governa il Paese, la Regione e che si appresta a prendersi i comuni al voto, anche con alcune differenze e che nella città del Presidente del Senato e dell’Assemblea Regionale Siciliana questa sintesi non può certamente essere elusa.
Rimandare alle kalende greche la soluzione non giova alla democrazia, al confronto, in sintesi non traccia i ruoli politici di maggioranza e opposizione, non solamente nel consesso civico, ma nella città stessa, atteso che a parte qualche ultronea boutade, la sinistra cittadina splende per la propria inutile presenza.
La Città rimane in attesa, nella speranza che il malato non muoia prima della fine della cura. Ma come diceva Totò “Ogni limite ha una pazienza”.