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🐘 Elezioni a Catania? È la corsa più pazza del mondo.

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 Ci amate per la satira che scriviamo? Le elezioni di Catania finora hanno rappresentato diversi momenti di rappresentazione comica per come si rappresentano i vari candidati.  

Ma oggi qui vorremmo rappresentare due casi, uno che interroga consulenti e giureconsulti, parliamo del caso incandidabilità dell’ing. Luigi Bosco, condannato dalla Corte dei Conti per il dissesto del Comune di Catania e che ha inflitto ben dieci anni di interdizione (incandidabilità e ineleggibilità) per i responsabili. Ora noi che giureconsulti non siamo facciamo il ragionamento della serva, se il sindaco responsabile del misfatto non è candidabile, un assessore condannato assieme allo stesso può essere candidabile? Naturalmente questa sarà una questione che si trascinerà anche dopo le elezioni con eventuale esclusione degli eletti in quella lista semmai supererebbe lo sbarramento di legge.

Poi vi è anche un aspetto politico da valutare, presentare una lista di soli 24 candidati, con il rischio che una candidatura possa saltare anche per un solo vizio di forma, ma qui si tratta di un aspetto ben più serio, non è certamente un segno di buona salute politica per l’ex sindaco Bianco & C. Non riuscire a completare una lista……

L’altro di cui vogliamo riferire è un aspetto che ci ha fatto ragionare. In diretta streaming abbiamo assistito al confronto tra i candidati a sindaco, l’avv. 𝗚𝗶𝘂𝘀𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗟𝗶𝗽𝗲𝗿𝗮 – come frequentemente accade – ha posto sul tavolo una questione molto importante e che, a nostro modestissimo avviso, andrebbe meglio analizzata e risolta: 𝗹’𝗶𝗻𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗿𝘁𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗮𝗶 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗵𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮. 
Senza andare troppo lontano a rivelare la necessità di sopperire a questa mancanza, quando i servizi sociali di Palermo hanno accompagnato i ragazzi sottoposti a diversi procedimenti penali in loro custodia a visitare il Palazzo Reale e la Fondazione Federico II, hanno avuto dei riscontri concreti, immediati e positivi: “gli ultimi”, avvicinati alla bellezza, plasmano le loro condotte. Dagli schiamazzi, sono gradualmente passati al religioso silenzio. Dal parlare in dialetto, si sono sforzati a interloquire anche tra di loro in un italiano più prossimo. Un piccolo miracolo, lo hanno definito. D’altronde, 𝗹𝗮 𝗖𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗶 e non basta che una volta i ragazzi di Librino abbiano visitato il Teatro Massimo Bellini di Catania. 
A prescindere dai risultati di queste elezioni amministrative di Catania, speriamo che chiunque sarà chiamato ad amministrare la nostra città possa intendere la Cultura e i suoi luoghi come uno strumento per arricchire chi ne ha maggiore necessità e limare così le condotte più “spigolose” per migliorare non solo il singolo ma anche l’interazione con il prossimo. Catania ne ha bisogno.
Felice Candela & DiBi

qtsicilia@gmail.com