Che Nino Naso non abbia grande fortuna con le scuole ormai è un must inarrestabile. Dopo le fortissime polemiche per la sicurezza delle aule del plesso di via Libertà, dove c’è stata una vera insurrezione dei genitori e dei dirigenti scolastici alimentata dall’improponibile inadeguatezza dell’assessore Comis, arriva quella della festa di fine anno scolastico chiamata della Creatività e dell’innovazione.
Abbiamo riflettuto dopo avere letto un articolo riportato su una testata online che ci ha riportato al libro di Collodi, PINOCCHIO:
«Come se la nostra gioventù fosse solo un “caos” sfrenato e senza regole. Un peccato per l’intera comunità. Ci sarebbe da preoccuparsi ma non è tutto così catastrofico. Forse gli organizzatori dovrebbero ritrovare il senso della festa e non lasciarsi guidare dagli istinti della massa. Perché nelle scuole di questa città ci sono embrioni di bellezza, buone pratiche ed esperienze innovative. Questi giovani sanno riqualificare gli spazi della stazione FCE con disegni e pitture, sanno portare le biblioteche scolastiche nei quartieri della perifericità, conducano scavi archeologici con scoperte sensazionali, sono guide nei musei e curano il verde nelle aree incolte della città. Sono portatori di bellezza, ambasciatori di cittadinanza, cultori di sport, musica e teatro; sono ricercatori, musicisti, ballerini, inventori, artisti, studiosi. Sono eccellenze che crescono e fanno ben sperare.
C’è una profonda differenza tra quello che si vede nelle scuole alle feste di fine anno e quanto rappresentato in città con la festa della creatività; come se quella festa del caos avesse solo lo scopo di appiattire i talenti, di livellare i valori, come se avesse come fine ultimo trasformare per un giorno quella gioventù preziosa in una succursale della città dei Balocchi di Collodi. Un esercito di studenti che per un attimo diventano “ciuchi” guidati da un “mangiafuoco” occasionale. Tutti trasformati per diventare “il gregge” o la “mandria” ».
E ci ritornano in mente Lucignolo e Pinocchio. Lucignolo è il compagno di scuola di Pinocchio che convince il burattino a seguirlo nel Paese dei Balocchi, un posto noto a tutti per essere un luogo in cui in apparenza tutto è meraviglioso e giocondo, dove si fa solo baldoria scappando dai compiti, dallo studio, dalla crescita culturale, ma in realtà si nasconde un destino ben più crudele, un Paese dei Balocchi dove è doveroso ricordare, alla fine della fiera, gli studenti vengono trasformati in asini.
Vi sembrerà forzata questa similitudine, ma certamente dopo avere ascoltato il tifo dei ragazzi (Nino, Nino, Nino) appena dal palco dei divertimenti si affaccia il sindaco delle città, anche voi non avreste alcun dubbio. Questo è il Paese dei Balocchi di Ninocchio (ops, Pinocchio!!!).
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