L’autorevolezza politica di un personaggio deriva dalla carica ricoperta, ma se a questa si aggiunge l’esperienza pluriennale, la conoscenza del territorio, l’essere il recorman del consenso, ecco Daniele Bottino, capogruppo al senato cittadino di Fratelli d’Italia, ma anche una sorta di ufficiale di collegamento tra la giunta Trantino e il consiglio comunale.
Fratelli d’Italia ha nove consiglieri comunali che sommati ai tre della lista Trantino Sindaco rappresentano un terzo dell’intero consesso e scusate se è poco.
«La salute della coalizione è buona – esordisce Bottino – certo qualche frizione nasce al momento delle scelte, presidenze di commissioni e partecipate hanno fatto alzare la temperarura, ma ci si lavora per disinnescare divisioni e pretese irragionevoli»
«Catania – continua il capogruppo di FdI – vive un momento assai delicato, il dissesto da risanare entro un anno e mezzo, ci pone in condizioni serie. A mio avviso non si riesce a recuperare le somme necessarie, per potere scongiurare un altro default nei termini assegnati. Occorrerebbe allungare il periodo necessario, ma anche un aiuto, come promesso, da parte dello Stato.
Il servizio al cittadino è davvero difficoltoso per l’enorme carenza di personale con un organico ridotto alla metà, o forse anche meno, del minimo indispensabile così come affermato dall’assessore al ramo Viviana Lombardo. Le concessioni, quindi, sono ferme, come non si riesce nemmeno a dare risposte celeri e servizi al passo coi tempi. La digitalizzazione potrebbe essere un aiuto in tal senso, attingendo le risorse dal PNRR che ne prevede abbastanza e con priorità.
Poi c’è da dire che interi quartieri vivono nell’abusivismo tributario non potendo pagare le tasse dovute in quanto il 50 percento di essi risulta essere nullatenente, quindi senza alcuna possibilità di escussione. Questo si ripercuote chiaramente sulle casse comunali, così che i servizi, consequentemente, non possono essere resi nella maniera corretta. Un’esempio su tutti è la TARI sui rifiuti urbani, i cui risultati oggi, nel servizio reso ai cittadini, risultano essere carenti.
Per non parlare poi delle aree mercatali e della fruizione suolo pubblico che i vigili urbani, dovrebbero essere almeno tremila, non riescono a relazionare, controllare e/o sanzionare. Come si potrebbero reperire le somme necessarie per essere puntuali con i tempi richiesti per il risanamento?
All’impossibilità di fare concorsi pubblici e assunzioni, si potrebbero esternalizzare alcuni servizi, questo per non fare collassare il sistema Comune.
Anche il patrimonio immobiliare è un altro grave problema che non si riesce venirne a capo. Non si può farlo depauperare senza alcuna attenzione e manutenzione, senza nessuna attività, ma lasciando gli immobili di proprietà comunale chiusi. Vendere o darli in concessione ad associazioni per farli manutendere e salvarli, renderli di nuovo vivibili insomma.
Questi sono i temi propedeutici, personale, servizi e riscossione tributi, senza la cui risoluzione ogni altro aspetto risulterebbe compromesso, vanificando la rinascita della Città.
Noi ce la metteremo tutta per salvare Catania con concretezza e senza propagandare alcun libro dei sogni, come fatto da qualcuno in passato».
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