Carissimi lettori, abbiamo scritto in lungo ed in largo del CEFPAS e della sua “illuminata” gestione dell’ultimo quadriennio, facendo emergere una serie di chicche su probabili scelte infauste, assunzioni che più di qualcuno indica come clientelari, gare con ricorso estremamente spinto all’affidamento diretto sotto soglia, incarichi conferiti ad amici/badanti/multitasting, senza che dietro vi fosse una reale indiscutibile certificata professionalità, violazioni dello statuto vigente, e tanto altro ancora.
Inutili sono stati i tentativi di zittire le voci fuori dal coro dei dipendenti che coraggiosamente hanno fatto emergere una serie di presunte nefandezze, ed inutili le recenti rotazioni che sono servite per fidelizzare qualcuno ed al contempo dissimulare la punizione per altri, considerati rei di avere fatto emergere tutto quanto è stato scritto dell’attuale management per servire a dovere la politica clientelare di loschi figuri che inquinano la nostra terra come liquami puzzolenti. Soggetti di cui abbiamo disquisito nei nostri articoli e per i quali speriamo presto arrivi il momento del “redde rationem”.
In generale una gestione che, se confermata dalle autorità, che sul tema stanno approfondendo ed indagando, potrebbe essere un altro dei tanti casi di malagestio della cosa pubblica regionale, meritevoli di sanzioni civili, contabili e penali, in cui si mischiano presunti interessi privati, clientele e forse “grand affair” dove i politicanti nostrani della peggiore specie ha potuto spadroneggiare grazie alla connivenza dei vertici dell’ente, sia a livello manageriale che burocratico.
Ma è bene chiarire che non abbiamo nulla contro il Cefpas e nulla di personale contro Roberto Sanfilippo ed il suo cerchio magico, invero sempre più ristretto, ma sul sistema che questi rappresentano, che ha portato la Sicilia ad essere quella che è e che sulla qualità e sul merito prevale la clientela, gli amici, e gli interessi personali, dove le scelte, le selezioni, gli incarichi e gli affidamenti, sebbene effettuati ai margini della legalità, sono l’espressione della peggiore conduzione della cosa pubblica, che ha portato la nostra Isola ad essere una delle peggiori amministrate d’Italia, sebbene la più bella.
Però, ad onor del vero non si può attribuire la responsabilità esclusivamente all’attuale management del CEFPAS e/o alla burocrazia dell’Ente più asservita che, seppur prona ad una certa politica clientelare (la peggiore in giro per la Sicilia), ha potuto contare sul sostegno di una complice burocrazia regionale che, pur essendo responsabile dei controlli sull’ente si è girata dall’altro lato o ancora peggio è stata collusa e connivente.
Ma andiamo per ordine.
Chi era il Dirigente Generale del Dipartimento Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute, fino a non molto tempo fa, che aveva la responsabilità di assicurare che il CEFPAS fosse gestito con oculatezza, responsabilità, trasparenza, e rispetto delle regole, adottando una attività di vigilanza responsabile e puntuale ?
Il suo nome, noto alle cronache per molti episodi non collegati alla qualità del lavoro svolto per l’amministrazione regionale è Mario La Rocca. Anche lui ingegnere come il DG Sanfilippo. Anche lui palermitano. Anche lui asservito ad un modus operanti che gli ha consentito di fare carriera. Ne più e ne meno come Sanfilippo.
Burocrate buono per tutte le stagioni. Burbero, rissoso, inviso ai suoi colleghi dirigenti per i suoi modi grezzi e rozzi. Originariamente uomo di riferimento dell’On. Francesco Cascio, quando questi aveva ruolo e peso dentro Forza Italia. Grazie alla sua benevolenza ha scalato i vertici di Aziende Sanitarie e Dipartimenti Regionali. Sebbene senza mai distinguersi per qualità e competenza.
Poi quando in Sicilia arriva il Presidente Rosario Crocetta, improvvisamente, si converte al PD e il suo riferimento diventa Pietro Grasso. E’ lui che lo sostiene in un momento in cui la sua parabola burocratica è discendente e che ne tesse le lodi fino a farlo Capo di Gabinetto dell’allora assessore regionale alla infrastrutture, dove si è fatto odiare a tal punto che quanto si è ventilato che potesse fare il Dirigente Generale alle Infrastrutture c’è stato un vero e proprio ammutinamento di quasi tutti i Dirigenti dell’Assessorato Infrastrutture.
Poi arriva la nuova scadenza elettorale che consacra Musumeci nuovo Presidente della regione. La Rocca già in campagna elettorale è diventato fedele paladino dell’On. Alessandro Aricò e quindi una volta eletto Musumeci e nominato Razza Assessore della salute diventa prima Capo di Gabinetto dell’Assessore, dicembre 2017, poi Dirigente Generale del Dipartimento Pianificazione Strategica della salute, da febbraio 2018 a giugno 2020 e poi riconfermato nella carica fino a giungo 2023. Pur essendo incompatibile con quel ruolo visto che la sua famiglia gestisce centri dialisi accreditati e convenzionati (di questo si è occupato anche la Commissione Antimafia regionale sebbene non siano emersi profili di rilevanza penale), tanto è vero, che in diverse occasioni l’assessore regionale della Salute pro tempore ha dovuto interessare la Giunta regionale per sostituirlo temporaneamente in tutti quei casi in cui le sue incompatibilità erano palesi ed acclarate, invece, è rimasto ai vertici del DPS per 5 anni.
In Assessorato regionale Salute ha fatto il bello e cattivo tempo, spadroneggiando e sproloquiando forte delle coperture politiche di cui disponeva e dispone tutt’ora. In realtà però non si è distinto per azioni esemplari nella qualità di DG, ma più semplicemente per un vocale su una chat su WhatsApp, finita agli onori della cronaca nazionale, con la quale esortava i Dirigenti Generali delle AA.SS.PP. con modalità volgari, ad adempiere al caricamento sul un portale i dati sui posti di terapia intensiva. Ma anche per essere stato picchiato davanti alla sede dell’Assessorato da un autista dell’Assessorato. Da ultimo, quando non più Dirigente Generale alla Salute, ma bensì all’Assessorato beni culturali ed identità siciliana, si è distinto per essersi beccato una denuncia da una collega dirigente, per averla, ci dicono, strattonata ed ingiuriata in malo modo, modi questi ultimi conosciuti anche nel precedente incarico.
Al di la delle perle comportamentali di Mario La Rocca, durante il periodo di nomina di Roberto Sanfilippo, di cui è amico, anche grazie all’intercessione di un altro gran commis della regione, oggi Direttore Generale al Comune di Palermo, di cui parleremo diffusamente in seguito, i controlli nei confronti del CEFPAS sono stati praticamente ridotti al minimo, quasi inesistenti, addirittura durante la sua gestione, riferiscono in assessorato salute, alcuni decreti che riguardavano il CEFPAS venivano predisposti al CEFPAS ed poi firmati da La Rocca.
Un periodo molto florido per il CEFPAS che si è visto assegnare oltre 100.000.000 di euro di commesse, molte della quali non coerenti con la mission dell’ente e poi revocati dall’Assessore Volo, che proprio su questi affidamenti si è vista chiamata a fornire delucidazioni dall’autorità inquirente.
Ma se il DG Mario La Rocca è stato uno dei più importanti supporter della gestione del CEFPAS da parte di Sanfilippo, chi lo ha sostituito, Salvo Iacolino, agrigentino di origine, ci dicono vicino all’on Riccardo Gallo Afflitto (oggi il supporter politico numero 1 di Sanfilippo che gli ha assunto la moglie al CEFPAS) o comunque da questo tampinato e controllato, anche tramite alla presenza nel Gabinetto dell’Assessore Volo di tale Carmelo Vaccaro, non è stato da meno. Infatti mentre il primo ha sostenuto ed avallato la gestione su cui abbiamo acceso i fari, il secondo, più astutamente, ha tenuto a mettere nero su bianco che la responsabilità delle scelte gestionali del CEFPAS sono del Direttore del Centro, sostanzialmente prendendo le distanze dal DG ma al contempo formalmente lasciandogli mano libera nel consentire di assumere comportamenti più o meno discutibili (un appunto per le autorità inquirenti), girandosi sostanzialmente dall’altro lato, senza tenere in gran conto delle segnalazioni di presunte violazioni fatte dal Commissario Straordinario dott.ssa Giovanna Segreto (controdedotte dal Sanfilippo con 29 pagine di farneticazioni offensive), e di ogni altra segnalazione che a vario titolo è arrivata in assessorato. Infatti a dispetto di quanto non si voglia fare credere le presunte violazioni di norme, abusi e quant’altro, perpetrate dal CEFPAS, sono stati fatte rilevare, ma non dal Dipartimento regionale preposto al controllo ma dal secondo dipartimento dell’Assessorato della Salute l’Osservatorio Epidemiologico Regionale a guida del Dott. Salvo Requirez, che ha competenze su comunicazione e formazione e che ha necessariamente dovuto prendere carta e penna per chiedere lumi su diversi aspetti della gestione, sulle rendicontazioni di alcuni affidamenti, ed in taluni casi chiedere che alcune competenze affidate impropriamente al CEFPAS tornassero in capo all’Assessorato salute.
Noi a dispetto di tentativi di intimorirci ci siamo ancora e non abbiamo abbassato la guardia. Vigiliamo ed al contempo collaboriamo con chi di dovere per fare chiarezza ed ove necessario ed opportuno per supportare l’interruzione di atteggiamenti e comportamenti a nostro avviso censurabili, sia burocratici che politici, che hanno portato la Sanità siciliana sulla soglia del baratro e che vorremmo contribuire a ridarle dignità ed efficenza e rispetto e per liberarla una volta per tutti da una malagestio dilagante sulla quale, a parole il Presidente Schifani dichiara di volerci vedere chiaro. E vediamoci chiaro!
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