l’IPAB “Residence Salvatore Bellia – S. Luigi Gonzaga – Costanzo Cutore” di Paternò (CT) chiude definitivamente !!! Così ha sancito il Commissario Straordinario, Giovanni Rovito, richiamando disposizioni regionali inderogabili ed avviando la mobilità del personale di ruolo.
Abbiamo approfondito il tema e cercato di capire meglio cosa sta succedendo e perché si è arrivati a questa drastica decisione.
L’ente sembrerebbe essere ormai al dissesto, con una montagna di debiti di oltre 6 Milioni di Euro, accumulati di anno in anno per effetto di una gestione praticamente in perdita in cui i costi prodotti sono stati di più delle entrate incassate.
L’amministrazione Comunale di Paternò, sorda ad ogni avvisaglia sul tema, solo adesso si sta svegliando dal torpore in cui è vissuta in questi anni, distratta da feste e festini e disinteressata al vero interesse pubblico. Da fonti vicine al sindaco apprendiamo che a giorni dovrebbe esserci in Assessorato alla Famiglia un incontro per valutare meglio la questione e per cercare, insieme, una possibile via d’uscita dall’empasse che si è creato, grazie alla miopia della istituzioni comunali e forse anche regionali.
Del resto l’IPAB è commissariata dalla Regione Siciliana da anni e quindi essendoci un commissario regionale immaginiamo che l’Assessorato della Famiglia sia stata e sia al corrente che l’IPAB operava in perdita ed accumulava debiti su debiti.
Da un confronto col nostro amico avvocato, esperto di IPAB, apprendiamo che la Liquidazione Coatta Amministrativa, preannunciata dal Commissario Straordinario, e da questo avviata, sia in realtà un atto dovuto quanto un ente pubblico si trova in stato di dissesto. Lo dice l’art. 15 del Dlgs n. 98/2011 che sancisce che quando la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un ente sottoposto alla vigilanza dello Stato e/o delle Regioni raggiunge un livello di criticità tale da non potere assicurare la sostenibilità e l’assolvimento delle funzioni indispensabili, ovvero quando l’ente stesso non può fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili nei confronti dei terzi, l’ente è posto in liquidazione coatta amministrativa.
Alla luce della situazione annunciata con clamore dal Commissario Straordinario e della disposizione normativa citata la questione non è più se l’ente deve o non deve essere messo il liquidazione ma piuttosto di chi è la colpa !!!! Di chi è la responsabilità dell’accumulo di debiti su debiti, e dell’insolvenza generalizzata che si è creata ? Chi in maniera scellerata non si è curato di porre rimedio, per tempo, alla questione, scongiurando il peggio ? A chi giova tutto ciò ? Non è che questa situazione finirà per avvantaggiare qualche privato a discapito del pubblico e dell’interesse collettivo?
Cercare oggi un rimedio alla questione sembra ormai tardi. I debiti sono maggiori dei crediti e del valore residuale dell’intero patrimonio, che, anche se liquidato, non sembrerebbe sufficiente a fronteggiare i debiti. Senza considerare il danno in termini di servizio che non sarà più reso e di occupazione negata. Alcuni anni fa, come scritto in precedenza, era stato proposta alla regione e all’amministrazione comunale, atteso che il patrimonio era maggiore dei debiti, di fare ciò che andava fatto, ma il comune si oppose con un ricorso al TAR.
Ora della questione sembrerebbe doversene occupare in prima istanza la sezione Fallimentare del Tribunale di Catania, a cui è delegato il potere/dovere di dichiarare lo stato di dissesto ed insolvenza, ma anche di individuare eventuali responsabili del danno cagionato. Poi la palla passa alla Regione Siciliana che dovrebbe dichiarare la Liquidazione Coatta Amministrativa e nominare un Commissario Liquidatore a cui affidare l’incombenza di liquidare l’intero patrimonio e di pagare, con i proventi, i debiti.
Infine la Procura della Repubblica dovrà individuate i responsabili tra amministratori incapaci (se non in mala fede) amministrazione locale distratta (se non in mala fede) e Amministrazione Regionale che ha esercitato male (o non esercitato a dovere) i propri poteri di vigilanza prima e di sostituzione poi, che avrebbe dovuto e potuto intervenire molto prima per evitare il peggio. Gli ultimi orientamenti della Procura Etnea sono quelli di sanzionare coloro i quali sono a conoscenza del default e non portano i libri al tribunale.
Oggi purtroppo siamo alla conta dei danni, ma non ci accontenteremo di questo perché non possiamo aggiungere al danno la beffa. Vogliamo conoscere i responsabili di questa disfatta e vogliamo che paghino il conto salato che ne consegue.
Noi ci siamo e vigileremo perché questo succeda.
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