Connect with us

🔴 TOTÒ CUFFARO UBER ALLES

Pubblicato

il

 

Ieri sera su La7, è andato in onda una puntata memorabile della trasmissione Piazza Pulita, guidata con maestria efferata da Corrado Formigli.

Tra i servizi e le interviste, dopo le 23.00, Formigli ha organizzato un massacro che ha visto come principale vittima Totò Cuffaro e la sua Nuova Democrazia Cristiana, contrapposti a Totò Casa Vasa la ex Iena Ismaele La Vardera, oggi parlamentare regionale e vice presidente della Commissione Antimafia regionale, il giornalista di inchiesta Nello Trocchia, inviato di “Domani”, una parlamentare del M5S Vittoria Baldino e Italo Bocchino direttore del Secolo d’Italia.

Al di là del tema posto col servizio introduttivo, molto pepato ed orientato, della storia arci-nota, di Totò Cuffaro,  della sua condanna e riabilitazione, di cui ormai ogni aspetto anche etico e morale è stato disquisito, della costituzione della Nuova Democrazia Cristiana, che in Sicilia alle scorse elezioni regionali ha preso 150.000 voti, l’aspetto più aberrante è stata la conduzione della trasmissione e  l’impaccio, la soggezione, quasi un timore evidente di un Cuffaro a cui è mancata la grinta di sempre che, oggettivamente, posto di fronte ad argomenti scottanti ma incontrovertibili, non ha potuto fare e dire molto se non difendersi alla meno peggio, con l’appoggio di un Italo Bocchino, anch’esso abbastanza imbarazzato. Anche la postura ne tradiva il disagio.

Indubbiamente Corrado Formigli è un giornalista molto aggressivo, sebbene con un apparente savoir faire, che nasconde una indole da iena famelica, e la trasmissione condotta è apertamente faziosa (cosi molti la apostrofano), ma certamente ieri sera Cuffaro non ho potuto fare altro che tentare una difesa con difficoltà evidente, con scarsissimi risultati, se n’è accorto personalmente.

Come dicevamo la sua storia è nota ed anche la condanna che gli è stata comminata. 

Pur convenendo con lui che ha scontato la sua pena con grande dignità, e che è stato riabilitato, è difficile non pensare a lui come ex Presidente della Regione Siciliana che, durante il suo mandato, con delle azioni e comportamenti discutibili, ha sostanzialmente fiancheggiato la mafia così come dice la sentenza stessa di condanna), disonorando, si legge, la fiducia che gli è stata accordata dagli elettori, di cui certamente tantissimi persone per bene ed oneste. 

Oggi (da qualche anno a questa parte invero), dopo la riabilitazione, riprende a fare politica, attrae consenso, e diventa, da capo del suo partito, detentore di un potere attraverso il quale partecipa, nuovamente, alla determina della scelte del Governo della Regione Siciliana, di cui è parte della maggioranza.

Purtroppo però non si può dimenticare che parliamo della stessa Regione Siciliana che ha governato, da Presidente, con comportamenti censurati da una condanna penale molto pesante. Avrà pagato per tutti? Probabile.

Orbene, non volendo entrare nel merito della sua vicenda umana, della quale abbiamo molto rispetto, più di molti suoi stessi sostenitori e di personaggi che gli girano intorno contando di poter tornare ad amministrare potere, in effetti non può negarsi che Cuffaro ha il diritto di tornare alla vita e di dare sfogo alle sue passioni, di cui la politica è la prima se non l’unica in assoluto. Ha diritto di tribuna.

Ciò non di meno proprio per la sua storia umana, e per le vicende giudiziarie che hanno segnato la sua vita, avrebbe dovuto, a nostro avviso, avere il buon senso e l’umiltà di fare il padre nobile di questo nuovo (?) progetto politico. 

Non dimentichiamo infatti che Totò Cuffaro è il capo della Nuova Democrazia Cristiana e quindi, pur non essendo interessato a candidarsi e farsi eleggere (così afferma), è un “maker” della politica siciliana ed anche un soggetto politicamente esposto, alla stregua, o forse meglio, di un parlamentare.

A ciò si aggiunge, e lo abbiamo scritto, che con lui si sono sentiti chiamati alle armi, anche altri ex parlamentari, ex politici, ex burocrati, che hanno partecipato alla gestione di una stagione politica che si è percepita come catastrofica e che ha generato condanne e provvedimenti giudiziari di varia natura. Personaggi che certamente con la loro presenza, per carità legittima, non viene percepita come un progetto innovativo di questa Nuova Democrazia Cristiana, non danno l’immagine di quel cambiamento che Totò Cuffaro urla ai quattro venti in ogni occasione. Noi potremmo anche crederlo, ma…

Probabilmente, è una nostra opinione, il vero cambiamento sarebbe stato quello di lasciare fuori dai palazzi del potere personaggi con quelle storie discutibili, con parentele imbarazzanti, con un approccio culturale forse troppo vecchio ed ancorato a valori che non si sono dimostrati adatti, rispetto al cambiamento di cui la Sicilia ed i siciliani hanno bisogno. 

Cuffaro avrebbe dovuto, con profilo basso, col suo carisma e con la sua indiscutibile competenza e capacità, partecipare alla costruzione di un progetto politico con scienza e sapienza, per non dare spazio ai manettari sinistri che ieri sera lo hanno massacrato ingiustamente portando il dibattito politico in un processo mediatico costruito ad arte. Lo abbiamo percepito come un dilettante della comunicazione. Non ha valutato che scendendo nella fossa dei leoni di un talk show che è un vero plotone di esecuzione per i loro nemici del centrodestra, propaggine del Fatto Quotidiano.  La trappola è stata consumata e Cuffaro fucilato.

Oggi Cuffaro è diventato, nonostante la sua riabilitazione, un continuo bersaglio di attacchi, anche indotti dal fuoco amico, di chi teme il suo ritorno, ma la colpa è solo la sua e di una serie di scelte errate che ha fatto e che continua a fare. Il cambiamento vero è possibile, ed auspicabile, ma per farlo bisogna dimostrare che è autentico e che, dopo una storia politica discutibile come la sua, chi torna alla vita pubblica, ha il dovere di impegnarsi mani e piedi per dimostrare con i fatti, con le frequentazioni, con i progetti, che la propria vita è radicalmente cambiata e che adesso la  sua politica è fatta solo nell’accezione autentica del termine per aiutare le propria terra, per l’interesse pubblico, senza fraintendimenti. Occorre un tutor.

Noi non sappiamo se Cuffaro, al di là della sua fede nota a tutti, abbia veramente fatto l’intima conversione tanto dichiarata, ma di certo al momento non se ne ravvisano ancora tutti gli elementi. 

Totò Cuffaro, a dispetto della sua storia, per umiltà ed empatia, è e rimane uno dei pochi statisti che la Regione Siciliana abbia mai avuto, ma dopo tutto quello che ha caratterizzato la sua vita e la su storia, crediamo che la società siciliana ed italiana, oggi, può accettare senza attacchi, solamente un Cuffaro “francescano”, un uomo redento che segua le orme di “Biagio Conte”, che si impegna e dedica ogni proprio alito di vita ai poveri, agli indifesi, ai fragili, che non basta solamente andare in Africa a portare qualche aiuto un paio di volte l’anno. Si chiede troppo? 

Senza il Totò regionale non esisterebbe la Nuova Democrazia Cristiana e senza lui non ci sarebbe una opportunità per chi spera di poter approfittare di questo treno per tornare a gestire potere.

Totò Cuffaro ha diritto a fare politica. 

Allora, per non assistere più ad una trasmissione condotta in maniera ributtante, come quella di ieri sera, che è stato un nuovo processo, adesso se si vuole continuare, il cambio di passo è necessario e deve farlo proprio Totò Cuffaro. Il mondo è cambiato e a questo deve adattarsi, i vecchi rituali sono da seppellire, indubbiamente gli serve un bravissimo “spin doctor” che lo alleni al nuovo mondo, al nuovo modo di porsi, al nuovo linguaggio, dimostrando che oltre ogni ragionevole dubbio, sia veramente autenticamente cambiato, che ha abbandonato la politica del potere per il potere, che ha smesso l’arroganza propria di una certa classe politica  e che l’impegno messo in campo è solo ed esclusivamente orientato al bene  della sua terra, nell’interesse dell’intera collettività. Anche di chi non lo ha votato e anche di chi non condivide il suo ritorno in politica.

Combatta lobbisti, affaristi, intrallazzatori, personaggi che in passato (ed anche adesso) hanno utilizzato la politica come veicolo per farsi i “fatti loro”. 

Solo così gli attacchi potranno finire e le qualità umane, personali e politiche, indiscutibilmente possedute, potranno tornare ad essere apprezzate. Occorre una grandissima scienza, questa è la comunicazione perfetta e la cura immagine. Auguri Totò.

qtsicilia@gmail.com