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REGIONE SICILIANA, LA SANITÀ È NON SANA

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Constatiamo ancora, con rammarico, che il Governo Schifani continua ad inanellare un insuccesso dietro l’altro. Quasi a voler rimarcare la propria inadeguatezza, qualora ve ne fossero ancora dubbi. 

Avevano già scritto dei manager di Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende Ospedaliere siciliane. Sono stati scelti 18 super burocrati con una procedura selettiva, già oggetto di una lunghissima scia di polemiche, sono stati nominati il 31 gennaio scorso, attingendo da una graduatoria predisposta dall’Assessorato della Salute, in difformità alle previsioni dell’avviso, formata da manager più idonei e manager meno idonei. 

Le nomine, approdate all’ARS per l’acquisizione del rituale parere della competente commissione di merito, martedì scorso sono state impallinate.

La commissione Affari istituzionale dell’Ars, infatti, una volta tanto, sembrerebbe fare sul serio entrando nel merito di una valutazione di qualità, competenze, esperienze, carichi pendenti e quant’altro (forse mai fatta in passato) facendo rilevare una serie di anomalie e sollevando più di un dubbio sulla correttezza delle scelte di governo. 

Cosi, adesso, la partita sui manager della sanità siciliana, che sembrava definita è tutt’altro che chiusa. 

Dei 18 selezionati ed incaricati, otto sembrerebbe abbiano in corso procedimenti penali. E’ quanto emerso dalla riunione per l’esame dei curricula, atto propedeutico alla concessione del parere. La seduta si è conclusa con la richiesta di approfondimenti, fatta dal Pd ma anche da alcuni commissari di maggioranza, all’assessore alla Salute, Giovanna Volo che dovrebbe presentarsi in audizione il 28 febbraio per cercare di dissipare le pregiudiziali poste.

L’assessore Volo, invero in questo scorcio di legislatura, non si è dimostrata particolare attenta a soddisfare le istanze ed informazioni del Parlamento Regionale. Numerosissime le interrogazioni parlamentari che languono senza risposta e quelle poche per le quali si è provato a dipanare perplessità e dubbi, si sono rivelate un autogol.

Tornando ai lavori della commissione (in cui il governo ha numeri risicatissimi), i parlamentari che ne fanno parte hanno chiesto al governo i casellari giudiziari dei manager nominati, le valutazioni dell’Agenas e dell’assessorato alla Salute sul raggiungimento annuale degli obiettivi, eventuali procedimenti di commissariamento nei confronti degli incaricati nel caso abbiano assunto già in passato il ruolo manageriale, i verbali della commissione d’esame e una relazione sui motivi dei due elenchi in cui furono inseriti gli aspiranti manager tra più e meno idonei (questione che ha incrinato i rapporti fra Schifani e Lombardo).

Tra i 18 manager incaricati (in atto 17 come commissari), otto risultano abbiano procedimenti giudiziari in corso: si tratta di Giuseppe Drago (Asp di Ragusa), Mario Zappia (Asp di Enna), Salvatore Emanuele Giuffrida (Cannizzaro di Catania), Alessandro Caltagirone (Asp di Siracusa), Giuseppe Laganga Senzio (Asp di Catania), Roberto Colletti (Villa Sofia), Maria Grazia Furnari (Policlinico di Palermo) e Giorgio Giulio Santonocito (Policlinico di Messina). 

I reati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, omicidio colposo, concorso formale-reato continuato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rapporto di causalità, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, lesioni personali colpose, delitti contro il patrimonio mediante frode e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Insomma c’è né per tutti i gusti !!!

Per regolamento la commissione deve dare il parere sulle nomine entro trenta giorni dall’invio della documentazione ma il timer al momento è fermo, e scatterà solo dal momento in cui avrà ricevuto dal Governo le risposte agli approfondimenti richiesti. Poi sarà libera di esprimersi sull’accettazione (o meno) delle nomine, rimettendo il parere sui ‘bocciati’ al giudizio dell’aula (circostanza molto probabile). Trafila a cui certamente Schifani farebbe volentieri a meno, soprattutto dopo la clamorosa bocciatura dei disegni di legge “salva-ineleggibili” e sulla legge elettorale delle ex Province. 

Al netto delle responsabilità personali di ognuno degli incaricati, infatti, la commissione pone l’accento innanzitutto sulla ‘questione morale’. E’ mai possibile che da un elenco di 90 candidati, il governo ne abbia individuato otto con procedimenti in corso, valutando comunque la loro esperienza, competenza, capacità, migliore di altre? La risposta è insita nella domanda: sì, è possibile !!! 

Lo hanno fatto senza rossore in viso ottemperando più ad esigenze di equilibri delle maggioranza che all’interesse dei cittadini. 

L’assessore Volo, qualora ne abbia la capacità e l’autorevolezza, sarà tenuta a chiarire i motivi di queste scelte che, come risaputo, sono avvenuta mentre in aula, all’Ars, si consumavano altre disfatte  ormai sempre più frequenti.

Che qualcosa (forse più di qualcosa) possa essere sfuggito agli occhi dei tecnici e dei politici, è molto probabile. Evidentemente il Governo/Elefante dopo una spartizione (lottizzazione) che ha richiesto mesi, pesi e contrappesi, parallelamente assediato da una serie di sconfitte in aula, ha partorito un topolino.

Inoltre agli 8 Manager in bilico per i citati problemi giudiziari, si aggiunge Walter Messina, fedelissimo di Alessandro Aricò, alla guida del più grande ospedale di Palermo: il Civico. Sulla sua testa pendono due commissariamenti, prima da direttore generale e poi da commissario ad acta dell’azienda Villa Sofia-Cervello: uno risale all’epoca di Ruggero Razza e l’altro a quella di Renato Schifani, ad aprile 2023, per aver perso una montagna di fondi comunitari (provenienza Pnrr) utili alla realizzazione di un distretto ospedaliero a Palermo-Nord, all’arredamento e messa a norma di un padiglione, all’acquisto di arredi e attrezzature del reparto di ematologia e via discorrendo. L’ammontare del danno complessivo si aggira sui 280 milioni. Tra l’altro da neo commissario dell’Ospedale Civico si è subito distinto per avere firmato l’atto con cui degrada la dottoressa Desirée Farinella dall’incarico di direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini, dopo la denuncia di una mamma a Repubblica. La decisione ha provocato un polverone, con la protesta dei sindacati e un atto parlamentare prodotto dall’on. La Vardera (la Iena) che parla di “mera operazione di facciata” per “placare il generale malcontento nei confronti della sanità siciliana”. 

Conclusivamente per 10 neo nominati (su 18) sembrerebbero essere emersi più di un dubbio sulla correttezza, liceità, ed opportunità della nomina, gettando più di un ombra sulle attività messe in atto dall’Assessorato della Salute e conseguentemente del Governo della Regione.

Ambito, quello della salute, non nuovo a polemiche e scandali. Ne abbiamo denunciati anche noi scrivendo di CEFPAS per i quali responsabili, siamo certi, arriveranno, prima o poi, provvedimenti dell’autorità giudiziaria e contabile.

Quello che ci chiediamo è come sia possibile che la politica, anzicchè ricercare soluzioni per dare ai Siciliani una sanità efficiente, che dia risposte alle esigenze di salute pubblica, continui a dare prova di inefficienza, incapacità, ingordigia, tanto plateale da farsi svergognare ad ogni livello, anche dai propri alleati. 

qtsicilia@gmail.com