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“Giustizia” all’italiana, Giovanni Moscato: “La mia vicenda? Un maledetto imbroglio”

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di iena Marco Benanti.

Intervista ad un uomo, ex sindaco di Vittoria, che ha vissuto le dinamiche reali e non mediatiche della “macchina giudiziaria” del Belpaese. Una vicenda vergognosa, specchio di un paese ridicolo e pericoloso, animato da “tifoseria da stadio”. E dove la verità stenta sempre ad emergere.

Moscato, ci racconta le fasi essenziali della sua vicenda?

“E’ una vicenda che sembra uscita dalla penna di Kafka, infatti mi sono sentito come il famoso Josef K accusato di qualcosa che non aveva mai compiuto. Tutto ha inizio a poche ore dal ballottaggio con un’indagine per voto di scambio politico mafioso che coinvolse me e il mio sfidante, Aiello, e che ha tratto spunto dalle imbeccate di pentiti che collaboravano uno dall’ottobre del 2012, l’altro dal novembre 2015 e la mia posizione era del tutto estranea poiché io mi sono candidato nel gennaio del 2016. Nonostante il fango la città mi diede fiducia e la mia coalizione vinse ampiamente, L’indagine poi proseguì e si arrivò nel settembre del 2017 con l’operazione Exit Pool agli arresti, con tanto di elicotteri e blitz notturni, dell’ex sindaco del Pd Giuseppe Nicosia (poi assolto nel 2023, ndr) e l’ipotesi di reato nei miei confronti di corruzione elettorale, in quanto avrei avuto una sorta di patto con Nicosia per vincere le elezioni. L’indagine ha rivelato subito macroscopici errori: si diceva, per rafforzare questa ipotesi del patto, che avrei ricevuto nel tempo emolumenti da Nicosia quando egli era sindaco e addirittura incarichi professionali. Io sono sempre stato un suo oppositore e gli “emolumenti” non erano altro che i gettoni di presenza per il consiglio comunale e gli incarichi erano riferiti a Roberto Moscato, un mio cugino che non mi ha mai sostenuto politicamente e anzi ha sostenuto coalizioni a me avverse! Con l’indagine arrivò una commissione di accesso prefettizia che accusò la mia amministrazione, in carica di pochi mesi, anche di non aver abbattuto in pochi mesi le migliaia di case abusive presenti lungo la costa, e non solo, che l’attuale sindaco e la sua compagine avevano difeso e fatto costruire trent’anni addietro. A ciò si aggiunge una campagna di stampa da parte di soggetti che ne avevano condotte di simili a Scicli per chiedere lo scioglimento del Comune, campagne sostenute con vigore dal mio avversario al ballottaggio e campagne messe in moto da giornalisti che simpatizzavano con il mio avversario, come si evince dalle intercettazioni del processo Exit Poll. Il Comune venne sciolto nel luglio del 2018 e dopo poche ore l’allora ministro Di Majo dedicò, come se fosse la vittoria di uno scudetto, lo scioglimento al giornalista che aveva scritto articoli su articoli per dimostrare la presunta necessità di far cessare l’esperienza amministrativa. Arriviamo poi alla mia condanna in primo grado dove nelle motivazioni si dice che addirittura io non avrei mai dimostrato pentimento per la mia condotta difensiva (seppur non avessi commesso alcun illecito!), come se io non avessi il diritto a difendermi. Condanna basata su una intercettazione – e non ero io a essere intercettato – in cui un lavoratore di una ditta privata di rifiuti si diceva terrorizzato poiché Aiello aveva minacciato che in caso di sua vittoria li avrebbe licenziati. Io gli risposi che era giuridicamente impossibile e di stare tranquillo. Per fortuna esiste un giudice a Berlino e dopo anni è arrivata l’assoluzione con formula piena”.

La sua vicenda come si può definire?

“Un maledetto imbroglio. Un imbroglio che mi ha distrutto la vita, che ha fatto soffrire i miei familiari e amici, che ha investito una comunità politica, che ha privato Vittoria del suo sindaco democraticamente eletto, che ha gettato fango su Vittoria e la sua gente. E’ stato tutto un grande bluff per portare alla distruzione la mia figura e la mia amministrazione perché avevamo rotto un sistema di potere che durava da 40 anni e avevamo portato una ventata di cambiamento non solo a Vittoria ma anche in altre realtà”

Quali attori- diretti e/o occulti- hanno avuto un ruolo in questa storia?

“Da oggi è quello che cercheremo di comprendere. Di certo il mio avversario al ballottaggio, e adesso sindaco, che brindava allo scioglimento del Comune e che ha riottenuto una vittoria insperata nel 2021, dopo anni di sconfitte, ha tratto enormi benefici dalla vicenda cavalcandola politicamente e umanamente con cattiveria rivoltante. Una vittoria che non avrebbe ottenuto senza lo scioglimento. Poi ci sono anche personaggi politici e giornalisti sui quali deve essere fatta luce così come l’ha fatta la commissione regionale antimafia, a guida Fava, sugli scioglimenti di Scicli, Siculiana e altri Comuni. Abbiamo le carte, le assoluzioni e oggi inizia la ricerca della verità. Sappiamo bene chi ha governato l’antimafia e chi ha spadroneggiato in quel periodo negli anni di Montante e tutto questo sottobosco parteggiava per il mio avversario, come dimostrato dalle intercettazioni del processo”.

Come valuta il comportamento complessivo della magistratura?

“La sentenza dimostra che sono completamente innocente. Rispetto il lavoro dei magistrati e ho sempre avuto come stella polare la sacralità delle istituzioni. Chiesi il rito abbreviato proprio perché conscio della mia innocenza e volevo tornare a testa alta tra la mia gente. Chi ha eseguito le indagini, fatto conferenze stampa ove venivo dipinto come un criminale, chi ha compiuto grossolani errori messi neri su bianco di certo dovrebbe poter ripensare al suo operato e alle conseguenze vissute da famiglie e cittadini. Anche i magistrati sono degli esseri umani e possono sbagliare ma se penso che se qualcuno ha fatto carriera calpestando la vita di gente perbene mi rendo conto che il sistema è malato e penso che questi soggetti mortifichino il lavoro immane, serio e irreprensibile di migliaia di magistrati”.


Chi le è stato vicino e chi invece ha preso le distanze da lei in questi anni?

“Tantissimi mi sono stati vicini. La famiglia, la mia comunità politica che mi ha sempre manifestato sostegno anche quando venivo presentato come una sorta di appestato. Anche esponenti politici di compagini da me distanti hanno sempre solidarizzato con me come uomo perché conoscevano la mia integrità e il mio modo di agire e anche il Partito Radicale ha svolto un ruolo encomiabile per fare conoscere storie come la mia e ce ne sono purtroppo molte. Mai nessuno mi ha tradito ma so benissimo come funziona la politica e so che adesso ci sarà il salto sul carro del vincitore, perché adesso sono io il vincitore e la reazione dei miei concittadini in queste ore è stata clamorosa: migliaia di persone mi hanno fermato per strada chiedendomi di tornare al mio posto, al governo della città dove ero stato eletto legittimamente e disarcionato da una manovra di palazzo. La reazione dei vittoriesi mi ha commosso. Chi ha preso le distanze non merita commento, chi è scappato non lo critico…so che molti torneranno”.

Chi pagherà per quanto accaduto?

“Bella domanda che lascia presagire una amara verità. Ho pagato io, con il sangue e con le lacrime. Hanno pagato i vittoriesi, ha pagato la mia famiglia, la mia comunità politica che però non si è mai arresa. Se qualcuno mai pagherà questo non lo so, posso solo dire che faremo di tutto per accertare la verità di ciò che accadde in quegli anni e la vicenda non è finita qui. Questo scandalo della storia italiana non deve passare sotto silenzio. Il mio obiettivo è ridare dignità alla citta e ai soggetti ingiustamente denigrati e colpiti in questi anni”

Farà ancora politica?

“Dallo scioglimento decisi di non fare più politica perché volevo attendere che la mia posizione fosse chiarita. Non volevo mettere in difficoltà la città, la comunità politica, il partito. Oggi finalmente ciò è chiarito anche se di certo non ho più quella gioia che mi pervadeva sin da ragazzo perché mi hanno strappato la fiducia in certi capisaldi che io, da uomo cresciuto con l’esempio di Paolo Borsellino, avevo sempre introiettato dentro me. Anche Borsellino venne deluso dai suoi colleghi e da esponenti delle istituzioni così come Falcone che fu isolato e osteggiato anche se tutti oggi lo dimenticano. Sono due figure mitiche e sacre. Io sono semplicemente un uomo che ha cercato di dare qualcosa alla sua comunità e che ha subito una punizione enorme senza aver commesso nulla. Però il desiderio di tornare ad essere utile c’è e ringrazio Fratelli d’Italia, partito che ho contribuito a fondare in Sicilia e a far crescere, per il sostegno che mi ha sempre fornito. Tornerò a battermi per i miei ideali, a testa alta e adesso si riparte con la convinzione della correttezza del mio operato politico e amministrativo. Riparto perché lo devo alla mia comunità politica, alla città, al territorio”.

qtsicilia@gmail.com