Mari Sottile e Maria Grazia Pannitteri due candidature bruciate dal girarrosto di un centrosinistra inconcludente per una bramosia di un potere che non c’è. Veti incrociati, mercato delle posizioni e un sussulto d’orgoglio che manca. Meglio perdere ma non dare vantaggio a nessuno. Questo potrebbe essere il tema di fondo di un film dell’orrore politico ancora non scritto. Ma non vi avvilite, possono fare sicuramente di meglio. I disperati.
E a proposito di disperazione, ci sussurrano che i fasci di combattimento di Condorelli, oggi cuffariani, farebbero come Totò cerca casa, persa la possibilità di rimanere nella mayonaise fascio-comunista. Una ricerca tormentata di collocazione tra le altre due coalizioni, con pretese però, non accontentandosi di qualche predellino. E allora che fare per non affogare? Semplice, una telefonata al mago dell’impossibile, l’imperatore di Grammichele, main sponsor di Naso, chiedendogli di fare da grimaldello per aprire un portone, non appagati di entrare di soppiatto dalla finestra che oggi sembrerebbe sbarrata.
Ammesso che Raf riesca nell’impresa, adesso cosa succederà dopo gli insulti in consiglio comunale rivolti dal sindaco a Condorelli e le successive invettive scritte da Condorelli sul proprio profilo FB?
Il sindaco, nel corso della seduta consiliare aveva apostrofato Condorelli “giovanottino hai finito di dire minchiate? Condorelli ha poi definito il sindaco, scripta manent, “Oggi Cetto La Qualunque ha un erede, purtroppo reale non da film. Piango Paternò che non capì, che si svegliò e che spero avrà la forza di buttare fuori ‘a pedate’ questo mascalzone di 15^ classe…”. A questo era seguita una querela di Naso nei confronti di Condorelli che in una intervista ha dichiarato “ci vedremo a Filippi”.
Bene se tutto si risolvesse “a café” verrebbe calpestata non solo la dignità politica ma anche quella umana. Disorienterebbe il cittadino che da un recente sondaggio non vorrebbe andare a votare (oltre il 40%) e accrescerebbe lo sdegno verso questa politca politicante e miserabile. “Su tutti i stissi” ci hanno scritto. Chiudiamo così questa pagina deplorevole: DIGNITA’, DIGNITA’ DIGNITA!
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