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💣 IN GINOCCHIO DA TE

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Naufraga ignobilmente il progetto civico tanto propagandato dal sindaco NasoNino. Sono ormai due anni che ascoltiamo questo ritornello e se pur strisciante sottoterra finalmente adesso si ha l’ufficialità. È stato formato in consiglio comunale il gruppo del MPA con soli quattro consiglieri. Ne mancano almeno tre all’appello, quelli eletti nelle due liste del sindaco, “Io ho sposato il progetto civico, non il MPA” ci riferisce uno dei tre… e va da altra parte. 

E proprio mentre questo accade i sette consiglieri di Prima l’Italia e Paternò On, formazioni che hanno come riferimento politico il vice presidente della regione Luca Sammartino, non le mandano certo a dire, ma stilano un comunicato che più che essere tale ha l’aspetto di una bomba sganciata nell’aia. Come è ormai noto tra i leaders delle due formazioni, Lombardo e Sammartino, non corre buon sangue, malgrado le apparenze e la federazione politica Lega-MPA, anzi proprio questa ha acuito e non poco i rapporti. Ma veniamo alle faccende locali, dietro l’angolo pare che vi siano richieste esose di questi nei confronti di NasoNino, perché “noi siamo i maggiori azionisti di questa maggioranza”, affermano per iscritto, parlandone in ogni dove, rivendicando la golden share politica, altro che nasismo.

Tutto ciò nel momento più periglioso per questo sindaco, in quanto far quadrare il cerchio non è cosa semplice, anzi, proprio come ha insegnato il Poeta. Periglioso in quanto il comune come anticipato nei giorni scorsi, senza peraltro nessuna smentita, sono in arrivo decreti ingiuntivi esecutivi e precetti per cause perse che potrebbero far saltare il banco, ci afferma il solito Gola, che porterebbero il comune al dissesto (?), in uno scenario odierno con le casse comunali vuote e uno stato di pre-dissesto sostanziale.

Ed ecco che NasoNino va in ginocchio dalla politica più alta, sovra-comunale, quella che conta e non da Gesù Cristo che è l’unico sopra di lui, come affermato in un momento di delirio tremens. 
Ci va col cappello in mano, invece e senza la solita boria supponente, per salvare se stesso più che la città, della quale in effetti poco gli importa, perché se l’ha ridotta in codesto stato, come direbbero i fiorentini, non c’è altra spiegazione. Proprio così.  Lo sappiamo che è difficilissimo credere a questo teorema, ma “sic stantibus rebus” è proprio così. 

Non bastano i tagli di nastri per amministrare bene una città complicata come Paternò, come non serve l’autocrazia politica, non giova neppure la costruzione dei fortini con dentro gli amici e fuori e quasi perseguitati quelli considerati nemici. 

In un mondo globalizzato dove i singoli comuni sono diventate minuscole monadi occorrono le interconnessioni orizzontali e verticali, sono ormai desueti i tempi dell’autocrazia, salvo poi cantare in ginocchio da te, dopo avere impostato una politica personalistica e  che “sopra di me c’è solo Gesù Cristo”, mantra della politica nasiana. Poi si finisce col piangere ai piedi di quelli che dispensano l’ossigeno per potere respirare. 

L’autonomista o meglio l’autocrate NasoNino adesso è al redde rationem, anche se ha la fascia del sedicente potere, gira col piattino in segreto. E ci chiediamo infine, ma i pecoroni creduloni che ancora lo seguono, lo faranno ancora quando per ovvie ragioni gli si metteranno le mani in tasca? Perché qualcuno infine dovrà pur pagare. Seguiamo con interesse l’evoluzione del sistema che sembra volgere verso una fine ingloriosa e la spia d’allarme più immediata, ma non solo, sarà la festa della Patrona. 

qtsicilia@gmail.com