Dopo tanta attesa finalmente il comune ha dovuto cedere e rilasciare ai consiglieri comunali che ne avevano richiesto copia della tanto agognata nota della S.BB.CC. che boccia inesorabilmente e senza fraintendimenti l’intervento scellerato che l’amministrazione aveva messo in atto su altrui proprietà, il maniero della Torre Normanna di Paternò.
Ricordate benissimo che l’assessore Luigi Gulisano aveva dichiarato, in TV, con grandissima sicumera che l’amministrazione comunale sarebbe andata avanti, magari dipingendo quei faretti per cartelloni pubblicitari. “Come dire noi non torniamo indietro e boia chi molla”.
Ma a farli mollare ci ha pensato la Sovrintendenza premettendo che la proprietà è in capo al Demanio Regionale e che quindi il Comune non era titolato a fare alcuna opera di installazione. Premesso ciò ritira l’autorizzazione, perché (traduciamo):
- L’intervento era privo del parere del proprietario (sarà opera abusiva?)
- Che il progetto non presentava le reali dimensioni dei “faretti” e che pertanto il parere precedente fu viziato (avranno falsificato il progetto?)
- Non risulta vero (quindi falso) che il Castello era privo di impianto di illuminazione come attesta a pag.4 la relazione allegata al progetto (ma qui parlano proprio di falso? Da non crederci) ma esisteva un impianto di illuminazione dal basso.
- Non è stata data comunicazione alla Sovrintendenza dell’inizio dei lavori di messa in opera contravvenendo ad una precisa prescrizione di cui alla precedente nota, non garantivano così l’alta sorveglianza dell’Ente (volevano eluderla?)
- Revoca pertanto l’autorizzazione in quanto questi faretti per cartellone pubblicitario «creano un deciso nocumento al monumento alterandone la lettura storica e artistica del maniero nella sua consistenza fisica e culturale, nonché per il mancato parere reso dal soggetto affidatario (la proprietà ndr) che ne implicano motivi di pubblico interesse».
Ma perché noi cosa avevamo scritto giorni addietro senza essere luminari, ma col buon senso.
E mò! La Sovrintendenza dice che per illuminare il Castello bisogna ripristinare l’illuminazione dal basso esistente oppure realizzarne uno nuovo, sempre dal basso mimetizzato (invisibile quindi) non abbagliante e che dia uniformità cromatica.
Se non credete quanto scritto da noi (tanto sembra surreale) leggete le tre pagine di nota recapitata al Comune di Paternò e che vi forniamo qui sotto e che risulta più punitiva. Sbugiardato, ma ormai è una consuetudine, quanto affermato dagli amministratori di questa giunta ai cittadini che ancora li credono (?). Adesso chi paga? Lo stabilirà la Corte dei Conti.
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LA NOTA DELLA S.BB.CC. DI CATANIA:
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